Pensare la recitazione contemporanea. Il superamento della mimesis nell’occhio dello spettatore – Rossella Menna – Stratagemmi 35

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Descrizione

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La formulazione di una teoria della recitazione nel teatro contemporaneo richiede l’elaborazione di un modello interpretativo del tutto nuovo, attraverso il quale confrontarsi con l’eterogeneità di pratiche attoriali che hanno caratterizzato la scena sperimentale dai primi anni del XX secolo a oggi. L’elemento chiave di un discorso sulla recitazione è infatti la mutazione sostanziale che, a partire dai primi esperimenti delle avanguardie storiche, la relazione tra artista e spettatore ha subito a causa del superamento dell’istanza di rappresentazione in favore di una istanza di presunta realtà, autenticità, autoreferenzialità, autonomia espressiva. Gli studi sull’argomento sono fiorenti e la riflessione in merito all’oggetto recitazione avanza, ma quasi esclusivamente attraverso monografie su un singolo attore, o lavori che toccano la questione entro un quadro più ampio: si pensi alle ricerche sul postdrammatico, sulla svolta performativa del teatro, sulla drammaturgia del Novecento, sulla scrittura scenica, sullo spazio. Questo articolo si propone invece di rilanciare la questione della post-rappresentazione in una prospettiva più organica, applicando il frame metadiscorsivo della audience reception. L’obiettivo è indagare i profondi cambiamenti che si sono prodotti nello statuto della recitazione attraverso l’osservazione delle dinamiche relazionali che legano l’artista a uno spettatore, il cui sguardo desemiotizzante costituisce un apporto imprescindibile perché il significato di un’opera possa dirsi compiuto; aspirando a sconfinare nel reale, infatti, l’opera fonda inevitabilmente il proprio statuto artistico sull’ordine della percezione, dal momento che reale è ciò che in quanto tale viene percepito.

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