Sguardi dalla platea
Hieronymus Bosch: the garden of earthly delights
COMPAGNIE MARIE CHOUINARD

“Sono molto positivo sullo spettacolo. Riuscitissimo! La danza ha conferito un’originalità nuova al dipinto. L’immagine più efficace è decisamente quella ispirata al quadro centrale del trittico: l’armonia nel movimento, la perfezione dei corpi… che invidia! Finalmente anche in Italia arriva uno spettacolo di questo tipo!”
Alberto Bentoglio, professore di Storia del Teatro e dello spettacolo, Università degli Studi di Milano

“Lo spettacolo non mi ha convinta: la coreografia non ha aggiunto niente al dipinto; era piuttosto una fedelissima copia del quadro, nient’altro che una riproduzione. È mancata completamente l’originalità che mi aspettavo”.
Marinella Guatterini, saggista e critica di danza

“Il punto di maggior efficacia della performance è la staticità: è in questa dimensione che si sviluppa il rapporto tra quadro e coreografia. La staticità ha messo in luce il lavoro di costruzione fatto a partire dall’opera di Bosch: un movimento accuratamente studiato, esito di un progetto”.
Nino, insegnante di danza

“Ci si accorge immediatamente che i tre scenari sono profondamente diversi tra loro, ma c’è un punto in comune che percorre tutta la performance: la ripetitività. Un gioco piacevole e coinvolgente finché ci si trova nel giardino delle delizie, ma che si stravolge una volta giunti all’inferno: la stessa ripetizione diventa fastidiosa, letteralmente insopportabile. Che dire? Mi sono spaventato anch’io!”
Mauro, fotografo di danza

“Ho trovato la coreografia originale e a tratti impressionante, ad esempio nel momento della scena infernale. Lo spettacolo non è didascalico, per via del grande impatto visivo, è fedele al quadro ma non una copia”.
Camilla, insegnante di danza

A cura di Veronica Polverelli

Questo contenuto è parte dell’osservatorio critico MilanOltreView