Siamo una ventina di “alunni” in una sala di teatro (l’Elfo Puccini naturalmente!) davanti a noi tre relatori, che sono anche amici: il professor Alberto Bentoglio, che introduce, e Alessandro Pontremoli e Stefano Tomassini, autori rispettivamente di La danza 2.0 e Tempo Fermo. Da subito i tre ‘si passano la palla’, facendosi mediatori uno dell’altro, in un incontro che oltre ad essere presentazione dei due volumi, è anche un’apertura a questi nuovi studi sulla danza contemporanea. Quella in Italia è una “situazione culturale non ottimale”, ricorda Pontremoli: il suo libro mette a verbale una questione anche politica in quanto “l’Italia non ha avuto una vera opzione per la danza: non ha creduto di poter investire davvero in questo campo”. Lo studioso delinea problematiche, nuovi spunti di ricerca e analisi, parlando “non solo” di danza ma “anche” di danza: un’arte che nel nuovo millennio è sempre più a contatto con la società, con la cultura, con la musica e molte altre discipline. Proprio questa trasversalità è l’argomento che porta anche Tomassini a guardare alla danza in condizioni ‘alternative’ a quelle tradizionali: “danza a corpo morto, al buio, a tempo fermo e fuori luogo”. Per questo ultimo caso è presentato l’esempio di Virgilio Sieni che nel 2014 mette in scena una performance a Palazzo Strozzi durante una mostra su Rosso Fiorentino e Pontormo. Si esce così dai contesti istituzionalmente adibiti alla danza per costruire “una relazione di prossimità tra danzatori e pubblico in spazi non consueti”. Questo spostamento risponde a un bisogno reciproco di avvicinamento, dalla parte di chi studia ma anche da parte di un pubblico che desidera essere sempre più protagonista nelle performance. È ciò che tratta Pontremoli nel capitolo “Danza e comunità” del suo volume, in cui sottolinea il bisogno di un “incontro fra artista e persone comuni che arriva a lasciar un residuo, una relazione”. “Abbiamo bisogno di una nuova cultura della danza – continua Pontremoli – che offra dei chiarimenti” in un momento di ridiscussione dei suoi confini, in cui ci si chiede, giustamente, che cosa sia diventata, e, nello stesso tempo, si rischia di considerare ogni cosa tale. Quello che cercano di fare i due autori è proprio questo: immettersi in una tradizione e proporre un’analisi sul presente. Perché si può comprendere la danza contemporanea solo accogliendo qualcosa di passato e dialogando con esso.

Giulia Villa

Presentazione dei libri tenutasi il 7 ottobre 2018 presso il Teatro Elfo Puccini.

Titoli dei volumi:
La danza 2.0 di Alessandro Pontremoli
Tempo Fermo di Stefano Tomassini


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