Ilenia Romano: l’esegesi del corpo

Andare a lezione di danza da Ilenia Romano è come assistere a qualcuno che compone una poesia: una poesia di gesti che prende forma modellandosi sul corpo dei danzatori presenti. Fin dalle prime battute le parole della coreografa si fanno mantra, i movimenti un rito che sa comunicarsi a chiunque lo ascolti: così già dal riscaldamento sembra di conoscersi tutti, di comprendersi reciprocamente: “Il corpo – spiega Ilenia – funziona per tutti nello stesso modo: ci sono principi che lo fanno danzare sulla superficie delle cose, in un viaggio che è anche filosofia. È una dissertazione. Danziamo, e il segreto della vita ci si dischiude un poco”. Ci troviamo in una sala qualunque di una scuola di danza, ma la sensazione è quella di essere in un mondo fatto di pochi elementi primordiali, dove i danzatori vengono invitati a trovare la loro forza interiore, a farla gocciolare, disarticolando i movimenti, rilassando il corpo.  Sono indicazioni che Ilenia dà attraverso i concetti chiave di un linguaggio astratto e insieme concretissimo…

Cielo e terra

“Abbiamo un asse che ci attraversa e tende verso due direzioni: cielo e terra. Immaginate di fare riscaldamento con questa idea: puntate le dita dei piedi verso il cielo e l’ombelico verso la terra. Progressivamente anche le altre parti del vostro corpo tornano a terra. La schiena aderisce al pavimento e poi sprofonda sottoterra. Più vado giù, più sposto l’asse, quel filo che mi percorre. Lo posso spostare, ma rimane sempre in assetto. Possiamo creare spazi, in questa struttura, grazie a uno scambio di pesi e di direzioni: stacco un filo ma ne riattacco un altro; siamo pieni e poi creiamo il vuoto; quando sprofondo giù è solo per tornare su. Ricordate, però, che il movimento parte sempre dalla terra: è lì che gettiamo le basi dei nostri palazzi. Cerco l’aiuto della terra, non dei santi! Scardiniamo la tecnica che conosciamo e lavoriamo sugli opposti.”

Lava flowing

“Immaginate ora che all’interno delle articolazioni passi un flusso caldo: è come lava.

Riempite il corpo dall’interno e poi lasciate andare, spingete fuori questa lava. Dentro di me sto cercando di aprirmi, di ampliare lo spazio: l’aria all’esterno è pesante e fa resistenza al mio movimento ma io riempio il corpo di aria per espandermi. La lava che ho dentro, che mi percorre, non è altro che la mia forza interiore. Essenziale è esprimere questo flusso. Dobbiamo capire che la danza è un movimento interno che si trasmette all’esterno, non l’opposto. Alla base c’è il liquido caldo che scorre dentro di me, che fa in modo che i miei piedi sprofondino sotto terra, e che rende la mie articolazioni fluide e il mio corpo libero. Lava flowing non è la forza del muscolo. Lasciamo stare i muscoli e proviamo a lavorare con altro: ti cambia la vita!”

Drop

“Facciamo ora attenzione a come trasferiamo il movimento e a come lasciamo uscire la lava: non ci sono ‘botti’, non ci sono salti, il corpo continua a fluttuare. Poi gocciolo. Drop. Sotto di noi abbiamo un pesce vivo. Da dentro qualcosa sale. Lasciamo andare ogni tensione, ma non dimentichiamo l’asse. Drop, rilasso le articolazioni. Il rilascio dell’energia è anch’esso sciolto, non è come riprodurre una figura. Per esempio non voglio che voi gridiate solo per imitare me e la mia grinta. Non dovete “appiccicare” la vostra voce sopra un movimento, se non vi viene da dentro. Danzare non è creare e distruggere, iniziare e bloccare il passo a scatti, ma è trasformare un’energia che continua a scorrere. E intanto la bocca deve essere leggermente aperta, come se il viso fosse pronto ad accogliere le sensazioni che arrivano dall’esterno. Continuiamo a respirare e teniamo la bocca aperta. Forse verrà fuori una voce, e non sarà per finta. Dobbiamo ritrovare i principi naturali del movimento, una certa animalità, qualcosa di sensuale e di reale. Allora danzeremo veramente.”

La lezione è finita, i danzatori possono riposarsi. Si capisce dai loro volti, dai corpi accaldati, l’intensità di ciò che hanno appena vissuto. Tutta la fatica mentale e il sudore fisico che hanno speso in questo “viaggio” li hanno condotti a una prospettiva, sicuramente più ricca. Non delle parole che sono state pronunciate, ma dell’esperienza: si danza e il segreto della vita ci si dischiude un poco.

Lidia Melegoni

Masterclass tenutasi il 2 ottobre 2017 con Ilenia Romano/Compagnia Zappalà Danza sul linguaggio MoDem.

Questo contenuto è parte dell’osservatorio critico MilanOltreView