L’abbiamo vista con David Bowie e con Frank Zappa, è stata danzatrice di punta dei La La La Human Steps, compagnia che ha reso celebre in tutto il mondo le sue piroette orizzontali e il suo ciuffo dorato. Non sembra vero vedere Louise Lecavalier, mostro sacro della danza contemporanea, entrare nella sala di DanceHaus con passo leggero, quasi in punta di piedi, sguardo umano teso al contatto con gli studenti dell’Accademia.

Riscaldarsi. I danzatori sciolgono i muscoli, sono divertiti dalla voglia di Louise di riuscire a ricordarsi tutti i loro nomi. In sottofondo non c’è musica ma solo il ritmo dei corpi: camminano, cercano il respiro, lo perdono e lo ricercano. Lecavalier intanto sembra concentrarsi sui loro piedi: “relax your feet on the floor!”. Vuole che attraverso il tatto trovino confidenza con il piano su cui poggiano. Poi più veloci, di corsa, e subito le indicazioni riguardano la testa: “keep your head up and don’t move it!” Esclama Louise a sottolineare quanto sia fondamentale il controllo del corpo. E in effetti tutta la sua masterclass si baserà su esercizi studiati nei minimi dettagli, dove alla velocità si preferisce la precisione. Louise, intanto, coglie gli errori e invita a raffinare la tecnica dei gesti più semplici: “The details make the difference”. Il ritmo man mano sale: Lecavalier tiene il tempo e chiede di tendere i corpi verso il centro di un cerchio immaginario, fulcro della scena per realizzare un movimento di incontro.

Controllare l’energia. Terminata questa lunga sessione introduttiva, ora Lecavalier sembra cambiare approccio: non più un procedere ordinato sugli elementi ‘prosodici’ della danza, ma una carrellata paratattica, un susseguirsi di esercizi che spaziano tra gli ambiti più inaspettati. La danza può prevedere l’uso delle arti marziali? Perché no! La coreografa canadese spiega l’importanza del baricentro del corpo umano: certo, tutte le parti del corpo risultano essere preziose ma il baricentro è il nucleo esplosivo, il Big Bang. Nella posizione “di guardia” tutto questo risulta evidente a patto che non si perda energia; bisogna muoversi in modo fluido e continuo seguendo la linea del corpo stesso: niente saltelli e niente scatti, spiega Louise. “I want to see your movement, not your power”.

Montaggio. Se sono le virgole, i paragrafi, i connettivi, l’unione logica degli elementi a creare un buon testo, allo stesso modo nella danza sono i dettagli a creare una buona coreografia. Lecavalier mostra con eleganza passi in sequenza e si va da “wave” a “wipe” o ancora “head”, “mirror”, “mouth”. I danzatori con estrema velocità memorizzano e finalmente viene accesa anche la musica.

Tre momenti di costruzione, un unico leit-motiv che vale, spiega sul finale Louise, nella vita come nella danza: “I can’t stop the flow, I make visual what happens in my mind!”.

Alice Moretti

Masterclass con Louise Lecavalier tenutasi il 26 settembre 2018.


Questo contenuto è parte dell’osservatorio critico MilanOltreView