I danzatori attendono impazienti e curiosi l’arrivo a DanceHaus dello stravagante Navid Navab, mentre si scambiano pareri (assai discordanti) sul suo lavoro Practices of everyday like | Cooking, visto la sera prima. Fin da quando Navid entra in sala prove accompagnato da Mariusz Ostrowski, il cuoco-danzatore, ci si rende conto che questa non sarà una masterclass come tutte le altre, infatti dopo alcuni semplici esercizi di riscaldamento (un po’ di training fatto di rotazioni e respirazione), Navid tira fuori il suo coniglio dal cilindro: lega al polso di un danzatore uno strano oggetto, che a un primo sguardo parrebbe del tutto simile a un orologio. Si tratta, in realtà, di uno strumento che ‘sonorizza’ il movimento: ogni gesto genera un suono, elettrificato e amplificato dagli ingegnosi macchinari del canadese. I danzatori si assiepano intorno al compagno al centro della scena, a turno provano anch’essi  a creare un suono partendo semplicemente dal proprio corpo. “Prova a spremere tutto il tuo succo e nel frattempo immagina di toglierti dell’acqua di dosso. Ascolta il suono che stai producendo: sei tu che lo generi ma poi ti devi adattare a quel suono” dice il media-alchemist, come ama definirsi il coreografo. Mentre gli allievi osservano e provano curiosi, Navid racconta e motiva il suo interesse per la tecnologia del suono e per le pratiche di ogni giorno, proprio come la cucina, nucleo del suo ultimo lavoro: “ingredienti fondamentali del linguaggio che ho sviluppato sono l’immaginazione e la suggestione che ricaviamo, anche attraverso mappature acustiche, dall’indagine sui gesti quotidiani”.
Navid sottolinea quanto segmentare il movimento possa risultare più interessante che mantenerlo fluido: “anche lo spettacolo di ieri, se ci avete fatto caso, era tutto diviso in sezioni”. E proprio a partire da due di queste sezioni da questo spunto prende avvio la seconda parte della masterclass, in cui Navid mostra ai danzatori due sezioni della performance. Un primo passo prevede l’ausilio di un coltellaccio da cucina, passato lentamente e poi sempre più veloce su un tavolo ‘sonorizzato’ con lo stesso principio del ‘piccolo orologio’. Si passa poi a veri e propri momenti di ordinaria follia con un mortaio e un pestello, sbattuti a più riprese da tutti sulla tavola: intensità e ritmi sono diversi e ciascuno improvvisa una composizione via via più frastornante. I ragazzi di DanceHaus, divertiti e compiaciuti da quest’esperienza surreale, escono dalla sala prove chiacchierando e ridendo, e sicuramente non stanchi o sudati come spesso capita loro.

Andrea Malosio

Masterclass con Navid Navab tenutasi l’11 ottobre 2017

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