La sede di via Noto dell’Università degli Studi di Milano accoglie ancora una volta in queste settimane di festival il pubblico di MilanOltre per una lezione sul coreografo romano Enzo Cosimi. In cattedra Stefano Tomassini che, fin da subito, confessa la sua parzialità e passione per Cosimi e le sue opere: “Estasi è lo spettacolo più bello del 2016, anzi forse degli ultimi anni. Dovete assolutamente vederlo!”.

Lo spettacolo in questione fa parte di una serie di lavori di ispirazione apocalittica; in particolare Cosimi dichiara che Estasi è uno spettacolo sul desiderio, mentre per Tomassini è molto di più: “si tratta di uno spettacolo sulla felicità, che indica una via per raggiungerla mettendo al centro della scena la sessualità”. L’erotismo riveste un ruolo centrale in quasi tutti i lavori di Cosimi, ma non è un semplice espediente per scandalizzare lo spettatore: il coreografo, come pensatore del corpo, vuole riportare la sessualità al puro e semplice sesso, senza la dimensione politica che ha assunto nel corso degli anni. Per il coreografo romano infatti la sessualità è legata alla “pulsione di morte”, ovvero non viene connessa a una spinta riproduttiva, ma è caratterizzata dal piacere. Estasi invita quindi a una ricerca di un tipo di felicità “alternativa all’amore”, o meglio, “che può fare a meno dell’amore”.

“Per comprendere la performance dobbiamo partire dal titolo” spiega Tomassini: “l’estasi non è soltanto un momento di godimento sublime, ma è anche quell’attimo in cui perdiamo il potere sulla nostra soggettività: l’estasi porta con sé il disvelamento dell’enigma della vita, del mistero antropologico”.

C’è tempo anche per un’analisi minuziosa di alcune scene dello spettacolo, in cui Tomassini spiega la cura “ossessiva” del dettaglio di Cosimi, i richiami alla Pop Art di Warhol, al dionisiaco e a Pasolini. Ed è proprio in una frase di quest’ultimo che si può rintracciare il nucleo teorico dello spettacolo: “Non farti attrarre da coloro che sono infelici, ma sii felice perché tu splendi!”. Come a dire: bisogna ribellarsi ai campioni dell’infelicità, a una società che ci vuole sempre mancanti di qualcosa. Enzo Cosimi insegna a trovare la propria parte nello splendore e nello splendere, valorizzando anche le contraddizioni interne di ciascuno: sono proprio queste a rendere un artista interessante.

Andrea Malosio

Incontro con Stefano Tomassini su Enzo Cosimi tenutosi all’Università degli Studi di Milano il 4 ottobre 2017.

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