Uno “sguardo esploratore” verso il mondo sconfinato della danza orientale. È questo ciò che propone Valeria Crippa, non dalle pagine del “Corriere della Sera” dove la si trova normalmente come critica ed esperta di danza, ma tra i banchi dell’Università degli Studi di Milano. “La danza orientale contemporanea – avvisa subito la Crippa –si sviluppa partendo da radici millenarie in una lenta stratificazione culturale, per ancorarsi fortemente a elementi della tradizione come lo Yoga e il Tai Chi, pratiche incentrate sul rapporto tra respirazione ed energia corporea”. Ma non solo. Punto centrale di quest’arte è “l’identità”: così afferma Willy Tsao, fondatore della Guangdong Modern Dance Company, tra le principali compagnie di danza contemporanea in Cina. Ma chi sono gli altri padri della danza cinese? Sebbene si tratti di figure fondamentali nel panorama mondiale della danza, spesso i loro nomi risultano sconosciuti al pubblico europeo. Valeria Crippa ce li passa allora in rassegna in una breve carrellata: ci sono Shen Wey, celeberrimo coreografo di Folding trapiantato a New York, Jing Xing, dal gusto pop e tendente al teatro-musicale, e ancora Gao Yanjinzi, fondatrice della Beijing Modern Dance Company, che vedremo al’Elfo Puccini tra qualche giorno (5 ottobre) con Jue Aware. Una compagnia, quest’ultima che Crippa ha avuto modo di conoscere proprio a Pechino e da cui ha tratto alcune tra le sue più interessanti impressioni: “Il fulcro della danza in Oriente è la coscienza dell’interiorità del danzatore, l’energia, l’allungamento, il respiro”. Si tratta di elementi che evidenziano continuità con il passato, aspetto che manca nella danza europea, dove invece si manifesta una “continua affermazione e negazione di valori tradizionali”. Crippa spende poi qualche parola anche sulla compagnia di punta di questa edizione di MilanOltre, la coreana Laboratory Dance Project: “pur risentendo della componente più astratta della cultura giapponese, anche la danza contemporanea coreana sviluppa la riflessione sull’identità”. Nei diversi titoli in programmazione all’Elfo Puccini e in particolare con Look Look, la compagnia mette in luce il tema della ‘fake-identity’ attraverso una dimensione visiva aggressiva ma allo stesso tempo raffinata, in grado di ‘impattare’ anche sull’attenzione dell’osservatore meno esperto. Il consiglio di Valeria Crippa è allora quello di lasciarsi avvolgere dalla danza orientale, un mondo tutto da scoprire che, partendo da un focolare antico, riesce a illuminare il presente col suo soffio d’attualità.
Laura Rodella
Incontro “Danza a Oriente” con Valeria Crippa, tenutosi all’Università degli Studi di Milano il 26 settembre 2018.
Questo contenuto è parte dell’osservatorio critico MilanOltreView