Leggendo Aiuto illegale (Illegale Helfer) e cercando notizie sull’autrice ci imbattiamo nel profilo di una scrittrice militante, che ha impegnato e impegna gran parte della sua attività – scrive romanzi, drammaturgie, saggi politici e ha una relazione speciale con l’insegnamento – a raccontare la realtà. Maxi Obexer, infatti, da moltissimi anni si dedica alla produzione di opere-documento che abbiano un valore attivo per la collettività a cui sono rivolte. I suoi lavori denunciano una passione intensa per la realtà e i fatti “consistenti” del contemporaneo e Aiuto Illegale rientra in pieno nella categoria.
Nato come radiodramma nel 2015 (ne trovate qui una versione inglese) e poi messo in scena in diversi paesi, Aiuto illegale è un progetto di teatro documentario che si inserisce all’interno della costellazione di opere che Obexer ha dedicato al tema dell’immigrazione, dei rifugiati e all’atteggiamento dell’Europa e degli stati nazionali nei confronti di questo argomento. In questo senso Aiuto illegale fa il paio con La nave fantasma (Das Geisterschiff ), testo in cui Obexer ricostruisce l’emergere della verità intorno al naufragio di un barcone al largo di Portopalo nel 1996. In quel caso, il naufragio e la morte di circa 283 persone furono ignorati, se non insabbiati, dalle autorità italiane e internazionali per vari anni finché la ricerca di un giornalista e la denuncia da parte di un pescatore del luogo non hanno fatto riemergere la storia di quella che è stata considerata la più grande tragedia navale del Mediterraneo del secondo Novecento – almeno fino al naufragio di Lampedusa nel 2013. In quel testo Obexer tracciava il disegno della cattiva coscienza di un’Europa che, ignorando la morte delle persone coinvolte nel naufragio e evitando di indagare tempestivamente sulla tragedia, rifiuta sistematicamente di riconoscere il crimine umanitario che va compiendosi davanti agli occhi, chiusi, delle istituzioni e della cittadinanza.
Aiuto Illegale riprende il tema della coscienza con un taglio preciso: è il frutto di tre anni di ricerche sul campo in cui Obexer ha intervistato cittadini e cittadine d’Europa (svizzeri, austriaci e tedeschi) intorno al tema dell’immigrazione. Dalla rielaborazione delle interviste nasce il testo, una collana di voci di dottori e dottoresse, insegnanti, operatori e operatrici sociali, studentesse, studenti e giudici che, a un certo punto della loro vita, hanno scelto di non distogliere lo sguardo di fronte ai migranti, e di agire infrangendo la legge per aiutare in vario modo rifugiati, richiedenti asilo e immigrati clandestini.
PREMESSA
Le dichiarazioni dei personaggi sono basate su interviste a diversi soggetti; alcuni di loro sono già stati condannati con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Altri potrebbero essere messi sotto accusa se le loro attività venissero rese note.
Un ringraziamento a tutti coloro che con i loro racconti ci hanno guidato nel segreto mondo dell’umanità.
I personaggi di Aiuto illegale hanno in comune lo status di cittadini, e più ampiamente di cittadini europei, ma anche un particolare atteggiamento morale, un piglio asciutto e prosaico rispetto alla necessità di aiutare altri esseri umani che non godono dello stesso status, degli stessi diritti, o di diritti in generale. Sono personaggi dallo spirito pragmatico che nella collettività ricoprono ruoli di rilevo, come un giudice amministrativo o un’insegnante, e hanno ben chiare le conseguenze delle proprie scelte. Inoltre sono consapevoli che i ruoli che rivestono nella società richiedono atteggiamenti irreprensibili dal punto di vista del rispetto della legge e, proprio per questo, il cortocircuito con le loro azioni emerge in maniera particolare, le loro parole si levano con grande forza.
INSEGNANTE Bisogna spingersi parecchio in là, sì. Devi pretendere moltissimo da te stessa. E corri grossi rischi. Ogni volta che aiuto qualcuno salvandolo dall’espulsione, o aiutandolo a ottenere il permesso di soggiorno metto a repentaglio la mia posizione di impiegata e potrei ritrovarmi disoccupata da un momento all’altro. Ma io mi conosco. E lo so: devo lottare e agire, con le parole non arrivo da nessuna parte. Mio padre è stato un disertore. Era un nemico del popolo. Non ha mai detto neanche una parola di questo e non ne era orgoglioso. Io invece ero proprio fiera di lui, per me era lui quello che era nel giusto.
Le azioni dei protagonisti di Aiuto illegale sono mosse dalla conoscenza e dall’incontro con le persone in fuga, gli illegali, i rifugiati, i richiedenti asilo. Più che delle astratte convinzioni politiche sono spesso le relazioni con persone concrete a innescare le azioni dei personaggi di Obexer. Tuttavia, il loro agire è fortemente influenzato anche da un altro fattore, il confronto con un terzo polo, lo Stato nazionale, interprete della normativa europea in materia di immigrazione. Le voci dei personaggi, come quella appena citata, raccontano realtà politiche in cui è illegale aiutare, in cui vige un sistema nemico di quei cittadini che, manifestando una propria legittima umanità, danno aiuto a persone in stato di bisogno, rischiando a loro volta di essere disconosciuti dalla legge. La voce dell’insegnante conclude ricordando il padre disertore durante la Seconda guerra mondiale, considerato nemico del popolo e dello Stato. La comparazione con la connivenza dei cittadini in epoca nazista emerge, del resto, in vari punti:
GIUDICE AMMINISTRATIVO Durante la II guerra mondiale, subito dopo la decisione in merito alla soluzione finale della questione ebraica, a Varsavia c’era un diplomatico portoghese che cominciò a emettere visti per l’ingresso degli ebrei in Portogallo, tanti quanti ne riusciva a fare, e anche quando ricevette dal Portogallo l’ordine di interrompere l’emissione dei visti, non smise di mettere su carta la sua firma e il timbro dell’ambasciata portoghese per permettere loro di fuggire. Quando la sua mano non ne poteva più, la moglie gliela massaggiava e i figli gli portavano altra carta e lui firmava quel che poteva, ventiquattro ore su ventiquattro, visto dopo visto. E la mia firma? Distrugge migliaia di persone, se non la loro vita, i loro progetti.
Il paragone marca il tipo di relazioni che possono esistere tra i cittadini, e i tra i cittadini e il loro Stato di appartenenza. Se dare aiuto è illegale, l’azione dei personaggi di Aiuto illegale viola esplicitamente la legge dello Stato per obbedire però a una legge umana, e le voci che sentiamo parlare ci ricordano che, in questo caso, non schierarsi, rimanere neutri, equivale ad essere a favore della legge – disumana – dello Stato. La raccolta delle voci contenute nel testo costituisce quindi un monito impietoso e addolorato sulla connivenza della parte di cittadinanza che decide di non agire in aiuto dei rifugiati.
GIUDICE AMMINISTRATIVO A Verona ho accompagnato la donna in stazione. Ha comprato un biglietto, è salita in treno, e quando quello è partito e lei ci ha salutati dal finestrino del suo posto, allora per la prima volta dopo tanto tempo mi sono sentito fiero di me stesso. Sì, ero fiero di me. Sono andato in un bar e mi sono scolato quattro bicchieri di whisky.
Tra cinquant’anni, al più tardi, quello che stiamo facendo ai profughi sarà riconosciuto come un crimine contro l’umanità. Lo commettiamo a occhi aperti, con le penne, i paragrafi, agenti di polizia e diversi trucchetti schifosi, noi giriamo la testa e quelli sanno già quel che devono fare. Un giorno tutto questo arriverà alla Corte per i diritti dell’uomo e i nostri figli o nipoti ne saranno sconvolti. E noi diremo: non eravamo palesemente d’accordo. E quando insisteranno, dovremo dire anche noi: abbiamo svolto soltanto il nostro lavoro?
La voce del giudice descrive la situazione corrente dei rifugiati in Europa come una battaglia umanitaria per la sopravvivenza che i cittadini europei possono ignorare o sostenere. La raccolta di esperienze contenuta in Aiuto Illegale è una prova documentaria di questa lotta e nello stesso tempo una interrogazione diretta sul concetto di Europa, o meglio sull’Europa che come cittadini vogliamo.
Il lavoro sulle interviste istituisce infatti una relazione molto stretta tra i temi, cioè gli argomenti anche molto vasti che Obexer porta alla luce, e il fatto oggetto della drammaturgia, che concretizza questi argomenti nella realtà fattuale. Il fatto è che una parte dei cittadini europei disobbedisce sistematicamente alle leggi sull’immigrazione degli stati nazionali. Se l’aderenza al fatto concreto costituisce uno dei tratti principali di questa drammaturgia della testimonianza diretta, allo stesso tempo essa consente anche un’interpretazione più ampia delle domande che il testo propone, conferendo loro una dimensione più astratta, quasi teorica. Aiuto illegale si può leggere infatti su molteplici livelli: se in prima battuta è un monito che avvisa la cittadinanza di non rendersi complice, su un altro piano propone un’idea di Europa alternativa, almeno rispetto alla questione degli aiuti umanitari.
Da Aiuto Illegale
LEGISLATORE Direttiva per la definizione del favoreggiamento dell’ingresso, del transito e del soggiorno illegali. 1) Uno degli obiettivi dell’Unione Europea è l’instaurazione progressiva di uno spazio di libertà, di sicurezza e di giustizia; questo implica, tra l’altro, che l’immigrazione illegale deve essere combattuta. Il Consiglio dell’Unione Europea HA ADOTTATO LA SEGUENTE DIRETTIVA: Articolo 1: Principi generali
Ciascuno Stato membro adotta sanzioni appropriate:
a) nei confronti di chiunque intenzionalmente aiuti una persona che non sia cittadino di uno Stato membro a entrare o a transitare nel territorio di uno Stato membro in violazione della legislazione di detto Stato relativa all’ingresso o al transito degli stranieri. […]
Articolo 2: Istigazione, concorso e tentativo
Ciascuno Stato membro adotta le misure necessarie affinché le sanzioni per atti di cui all’articolo 1 paragrafo 1, lettera a) o b) siano parimenti applicabili a chiunque
a) sia l’istigatore di, o
b) si renda complice di, o
c) tenti di perpetrare detti atti.
[…]
Articolo 3: Sanzioni
Ciascuno Stato membro adotta le misure necessarie affinché i comportamenti di cui agli articoli 1 e 2 siano soggetti a sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive.
L’Europa descritta dalla voce asettica del Legislatore è quella dei trattati internazionali, della burocrazia, degli articoli e delle sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive pensate per chi si rende complice di favoreggiamento all’immigrazione. Ma l’Europa che emerge dalle parole degli altri personaggi, gli aiutanti illegali, costituisce la possibilità alternativa di una nazione vigile, fatta di cittadini in grado di osservare un crimine mentre sta avvenendo e agire di conseguenza. Si tratta di un’Europa reale, tangibile, costruita da singole esperienze di umanità, fondata sulla rete sotterranea di aiuti che si oppongono all’idea di una nazione-fortezza la cui caratteristica è quella di guardare dall’altra parte mentre alcuni esseri umani vengono privati dei loro diritti e delle loro prerogative, tanto che nessun atto contro di loro apparirà come un crimine. Una nazione reale, sì, ma, ci ricorda Obexer, ancora illegale.
I progetti di Obexer hanno un referente diretto, un pubblico a cui parlano, anzi gridano: in Aiuto illegale sono i cittadini europei, tanto che lo spettacolo ha subito vari tentativi di censura con l’accusa di sobillare atteggiamenti illegali nella popolazione. La maniera diretta e cruda con cui la cittadinanza è chiamata in prima persona a rendere conto delle proprie azioni (o non azioni) ha un effetto disturbante, e tutti noi siamo chiamati in causa senza possibilità di ritirarci.
In Aiuto illegale è il personaggio chiamato Lukas a farsi carico del peso dell’indecisione: si tratta dell’unico personaggio di fiction e, a differenza degli altri, vive in maniera esplicita il dubbio morale sull’agire o non agire. In questo senso è lui a rappresentare il pubblico all’interno del dramma, dramatis persona del destinatario. Obexer rivolge uno sguardo impietoso su questa indecisione, e ci chiama in causa in quanto pubblico di cittadini e cittadine, ma anche e soprattutto in quanto esseri umani:
LUKAS Forse dovrei chiedermi che tipo di persona sono io? Io che invece sprofondo con patatine fritte e telecomando, quante più cose vedo, quanto più mi appesantisco, tanto più sprofondo nel mio divano. Quanto più guardo la tv, tanto più quelli mi sono lontani – scivolano nella piattezza del telegiornale, nel clamore delle notizie catastrofiche. GUARDARE! GUARDARE! BISOGNA! NON ABBASSARE LO SGUARDO! Ma come faccio a guardare, senza che si allontanino. Io non riesco più a credere a quel che vedo, non ci riesco più, non credo che sia reale, non credo alla sua pretesa realtà. Ma ancor peggio: io non riesco più a credere a quel che vedo! E anche se è reale tanto quanto è reale una persona: che faccio? Reagisco in modo astratto. Allora non è meglio non vedere più niente? Mi tocca? Dovrebbe toccarmi? Cosicché io sia un uomo migliore? Non credo.
Forse la risposta è una domanda: che tipo di uomo voglio essere?
Tolja Djokovic
Foto di copertina: ©Amrei-Marie
GLOSSARIO AUSTRIACO
Aiutante [Helfer]
Chi aiuta un altro o un’altra nell’esercizio delle sue mansioni, da aiutare: soccorrere, facilitare, assistere, prestare ad altri la propria opera in momenti di difficoltà. Aiutante illegale: persona che agisce sostenendo, facilitando, assistendo e prestando soccorso a un’altra persona, mossa da un sentimento morale legittimo, illegale però agli occhi dello Stato (vd. Antigone).
Il testo, grazie al progetto Fabulamundi, può essere richiesto gratuitamente in lingua originale e nella traduzione inglese e italiana con una mail a [email protected]