Mentre l’Occidente, in preda al panico, grida all’invasione e ignora numeri e fatti, tentando di negare il diritto allo spostamento delle popolazioni, una comunità che conta miliardi di appartenenti migra silenziosamente sotto i nostri occhi, valicando le frontiere senza chiedere nessun permesso.
Si tratta degli alberi. Sono 3000 miliardi in tutto il pianeta, sono fondamentali per la sopravvivenza di noi esseri umani e degli animali e si spostano ogni anno di qualche km, per inseguire le zone climatiche a loro più congeniali, facendo affidamento sui roditori o sul vento, nel caso di specie dal seme particolarmente leggero. Se le foreste fossero una nazione, fonderebbero tutte le loro leggi su una democrazia orizzontale portatrice di due verità. Uno: tutti gli esseri hanno uguale importanza e uguali diritti. Due: è proibita qualsiasi azione che comprometta l’accesso alle risorse per le generazioni future.
Mette subito in chiaro le cose Alberi Maestri, ultimo lavoro di Pleiadi – collettivo fondato nel 2015 con l’intento di “creare Arte anche per chi non è solito frequentarla” – che chiude Il Giardino delle Esperidi 2019: la natura è politica. Un sottotitolo che scongiura dal primo istante qualsiasi possibile deriva new age: perché, in effetti, una performance di due ore in un bosco, durante la quale ai partecipanti viene richiesto di osservare e toccare alcuni alberi centenari potrebbe far pensare proprio a questo, anche nella mente dei meno scettici.
Altrettanto esplicite sono le regole del gioco: si sta in fila indiana e si mantiene il silenzio. L’esperienza teatrale è ridotta ai minimi termini. La comunicazione è unidirezionale e passa esclusivamente attraverso le cuffie che vengono date in dotazione a ciascun partecipante. Progettato su diversi registri linguistici e di contenuto, e intervallato da brani di musica elettronica, il testo di Alberi Maestri spazia da pillole di botanica a estratti poetici senza mai risultare sconnesso tra le parti. Ecco allora che guidati da diverse voci, facciamo conoscenza con i quattro Alberi Maestri più tipici del territorio lombardo: prima tra tutti la Quercia, albero poco elegante ma tenace, definito trasformista per la capacità di adattarsi alle particolarità del luogo in cui si trova; poi il Frassino e il Castagno e, infine, il Ciliegio, in grado di rigenerarsi completamente anche dopo profondi traumi ecologici, come un incendio che abbia bruciato fino al 99% del suo tronco.
Politico è anche il messaggio che sta dietro alla principale scelta progettuale della performance: l’atto del camminare. Alberi Maestri è un’opera democratica: riduce all’osso le velleità intellettuali e si lascia fruire da chiunque sia in grado di affrontare una camminata in montagna, senza bisogno di particolari conoscenze teoriche. La natura di questa performance la rende senza dubbio un valido punto di partenza per avvicinare al teatro chi crede, non sempre sbagliando, che le arti performative siano difficili da capire o noiose da seguire.
Il tema del cammino come pratica estetica e prima azione di comprensione del paesaggio non è episodico ma un fil rouge di connessione tra le giornate del festival e, più in grande, tra il lavoro e la poetica di diversi artisti e performer della scena contemporanea.
Solo in settembre, le strade e le periferie di Milano saranno palcoscenico di ben tre camminate collettive: la conclusione di INTO A MIST di DOM-, serie di “rituali urbani” alla scoperta delle periferie e delle aree agricole di Milano sud (data ancora da definire); l’evento NEL CUORE DELLA NOTTE, progetto nato da una mobilitazione collettiva del mondo del teatro e della cultura (21 settembre 2019) e che si configurerà come una camminata urbana dal “tramonto all’alba”; e la stessa Alberi Maestri che, concepita come site-specific nei boschi del Monte San Genesio, si troverà ad affrontare la sfida della città (15 settembre 2019) a Trame d’autore. Non resta quindi che sfruttare agosto per allenare gambe e occhi in vista delle future esplorazioni.
Emanuela Gussoni
Composizione nello spazio Michele Losi
Drammaturgia Sofia Bolognini, Michele Losi
Coreografie Silvia Girardi
Costumi e scene Stefania Coretti
Suono Luca Maria Baldini, Diego Dioguardi
In scena Luca Maria Baldini, Liliana Benini, Sofia Bolognini, Noemi Bresciani, Silvia Girardi, Arianna Losi, Michele Losi, Caterina Momo, Valentina Sordo
Un progetto di Pleiadi, Campsirago Residenza
In collaborazione con The International Academy for Natural Arts (NL)
Visto a Campsirago Residenza il 7 luglio 2019 nell’ambito di Il Giardino delle Esperidi Festival 2019