«Dicono alcuni che amore è un bambino / e alcuni che è un uccello, / alcuni che manda / avanti il mondo, / e alcuni che è un’assurdità, / e quando ho domandato al mio vicino, / che aveva tutta l’aria di sapere, / sua moglie si è seccata e ha detto che / non era il caso, no». Con questi versi – tratti da La verità, vi prego, sull’amore, edito in Italia da Adelphi nel 1994 – il poeta inglese W. H. Auden illustra l’impossibilità di inquadrare un sentimento di così difficile definizione. Anche negli spettacoli presentati nel corso dell’undicesima edizione di Lecite Visioni appare evidente come non esista una risposta univoca alla domanda: “Che cos’è l’amore?”. Tale complessità tematica è il filo conduttore del Festival, che mette al centro del sentimento amoroso la componente queer. In questo contesto si crea così uno spazio che cerca di espandersi, per includere modi di vivere alternativi; un luogo sicuro dove tutte, tutti e tutt* si possano sentire rappresentati e rappresentanti. Per i sette giorni di programmazione, l’arte teatrale si fa portavoce di una pluralità attraverso linguaggi differenti – dagli spettacoli di danza, passando per drammaturgie italiane e straniere, fino a formati di restituzione laboratoriale – cercando di riproporre la natura articolata dell’essere umano in ogni sua declinazione.

Parte del progetto di questa esplorazione identitaria è il laboratorio di scrittura giornalistica e critica curato da Stratagemmi – Prospettive Teatrali, che ha offerto a una giovane redazione di studentesse e studenti uno spazio di confronto e approfondimento. Interrogandoci sull’apporto che le teorie queer hanno avuto nel panorama sociale e teatrale del contemporaneo, il nostro laboratorio – inserito all’interno della densa programmazione del Festival, composta anche da mostre, letture e conversazioni – ha permesso di riunire voci diverse tra loro per formazione e approccio. La redazione è diventata dunque un luogo di dibattito e scambio di punti di vista ed esperienze. Con questo editoriale, abbiamo tentato di trasformare il nostro ragionamento collettivo in un esperimento di poli- scrittura, una scrittura tentacolare a più mani a cui tutta la redazione ha preso parte. All’interno della rivista che potete leggere a questo link, si trovano conversazioni con artiste, artisti e artist* in cartellone, incontri con studiose, studiosi e attiviste, restituzioni di visioni e letture attorno ai temi del Festival, in cui ci siamo imbattuti nel lavoro di redazione.

La convergenza di punti di vista, fra loro differenti, ci smuove dalle nostre comode prospettive e permette di dare voce e rendere protagonista, anche attraverso un tentativo di trasformazione dei meccanismi compositivi, ciò che per troppo tempo è rimasto ai margini del discorso. È questo il risultato di un lavoro corale, dove l’arte diventa veicolo di osservazioni inedite che trovano nella molteplicità la loro forza creativa. In quest’ottica, poniamo allora l’accento sul simbolo matematico in fondo all’acronimo lgbtqia+, celebrandone la pluralità: (a)more is (a)more!

la redazione


ALTRE LECITE VISIONI
Giornale di approfondimento e critica nell’ambito del Festival Lecite/Visioni (6 – 12 maggio 2024)

a cura di Stratagemmi – Prospettive Teatrali
in redazione Giorgia Angioletti, Gaia Barco, Jaele Brittelli, Tatiana Ebner, Claudio Favazza, Martina Fontana, Federica Gaeta, Andrea Piumino, Elena Vismara
coordinamento Alessandro Iachino, Andrea Malosio, Francesca Rigato