Due corpi sul palco, due anatomie estremamente diverse a confronto, una accanto all’altra. Cosa avranno in comune? Pochi attimi e ha inizio un dialogo incessante: non di voci ma di corpi. Quelli sul palco sono infatti il corpo biologico e il corpo sonoro che si incontrano nell’esplorazione di sé, dello spazio che abitano e nel quale coesistono. Il movimento che domina la scena è un susseguirsi di geometrie latenti costruite dal corpo di Simona Bertozzi che si proietta, si tende, in un continuo disequilibrio. Un movimento disarticolato il suo, che spinge lo spettatore a domandarsi quali sono effettivamente i confini del corpo. Pelle, ossa, muscoli sono a servizio dell’imprevedibilità dell’azione che verrà compiuta, il loro muoversi non è frutto di alcuna volontà meditata, ma una risposta istintiva alla caduta. L’out of balance diventa così la condizione privilegiata per porsi in un reale ascolto dello spazio. Allo stesso modo la musica contribuisce attivamente a questa ricerca spaziale, e ben lungi dal farsi semplice accompagnamento, acquista massa, volume, fisicità: rinuncia ad armonie facili, piane, e va anch’essa alla ricerca di nuovi e diversi equilibri. Ogni tanto una voce prende il suo posto, irrompe sulla scena con parole che risuonano nella testa dello spettatore come un’eco, come i sassolini lanciati sull’acqua che producono onde concentriche. Sono suggestioni, non risposte. Anatomia non vuole dare sentenze, piuttosto suggerire nuove strade, sorprendere con nuovi spunti di riflessione. Ed ecco allora una nuova prospettiva: al corpo maturo della Bertozzi si sostituisce quello della quattordicenne Matilde Stefanini. La bellezza e la fragilità di un corpo in crescita colpisce il pubblico, che osserva come anche questa diversa anatomia possa diventare, con l’aiuto di una guida adulta, “sonda” sul mondo, su ciò che ci circonda. Ciò che era solo un sospetto, trova conferma, si fa consapevolezza: quella del lavoro della Bertozzi non è una narrazione ma una sorta di esperimento, che si avvale della dialettica tra corpi e spazio. È, forse ancor prima che coreografia, fisica: la disciplina che regola i movimenti e le relazioni tra i corpi sulla Terra.
Chiara Di Guardo
Anatomia
coreografia Simona Bertozzi
interpreti Simona Bertozzi, Matilde Stefanini
musica e live electronics Francesco Giomi
luci e scena Antonio Rinaldi
voce Mirella Mastronardi
Questo contenuto è parte dell’osservatorio critico MilanOltreView