Una nube di fumo densa avvolge il palco e la sala. Si viene proiettati in un’altra dimensione, senza tempo, ancestrale: il mito di Prometeo rivive ancora una volta nel lavoro di Simona Bertozzi, firmato con Marcello Briguglio. Gli spettatori si siedono in questa atmosfera quasi sacrale mentre già cala il buio. Con uno scatto fulmineo un faro di luce bianca si accende e si spegne rivelando tre figure sul palco. Di nuovo un lampo e tanti altri ancora. Lo spettacolo ha inizio. Tre giovani interpreti ora danzano eseguendo ciascuno gli stessi passi, ora sembrano agitati da forze incontrollabili. Nessuna musica. Così, sul palco, si avverte solo il rumore dei corpi che si muovono incessanti. Poi la nube lentamente si dirada e l’atmosfera cambia di segno grazie alla musica di Francesco Giomi. Ora un ragazzo si muove compulsivamente a terra, proprio come un pesce fuori dall’acqua, mostrando tutta la debolezza umana. Prometeo, simbolo di ribellione contro l’ordine costituito, ma anche eroe in difesa della precarietà e della fragilità  dell’uomo. Due adolescenti irrompono sulla scena, coro ridotto della tragedia. “Sì, ti vedo, Prometeo: e sono nebbia le lacrime ai miei occhi!”, sussurrano, sillabando le parole. “È vero, nuovi timonieri governano l’Olimpo”. Ma ora il fuoco è finalmente tra gli uomini “and it burns burns burns”.

Ilaria Moschini


And it burns burns burns
progetto Simona Bertozzi e Marcello Briguglio
coreografia Simona Bertozzi
interpreti Anna Bottazzi, Arianna Ganassi, Giulio Petrucci, Aristide Rontini, Stefania Tansini
musiche Francesco Giomi
luci Simone Fini
costumi Cristiana Suriani
produzione Nexus 2016
con il contributo di Mibact e Regione Emilia Romagna-Fondo di Sostegno alla produzione e distribuzione della Danza d’Autore Regione Emilia-Romagna 2015/2016
con il sostegno di Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto Centro di Produzione
in collaborazione con ATER Circuito Multidisciplinare dell’Emilia-Romagna, Armunia Festival Costa degli Etruschi, Santarcangelo dei Teatri

Questo contenuto è parte dell’osservatorio critico MilanOltreView