Il Festival di Atene e di Epidauro è iniziato lo scorso 1° giugno. Si sono già visti contributi interessanti e presenze internazionali significative (fra gli altri Romeo Castellucci), di cui daremo conto su questa rubrica. Intanto l’attualità ha preso il sopravvento. La rottura delle trattative e il gelo di Bruxelles hanno avuto contraccolpi anche nell’agenda culturale di Atene: eventi fissati per il giorno del referendum (domenica 5 luglio), sono rinviati ad altre date, ed è comprensibile. In questo clima però teniamo a sottolineare una notizia che lascia quantomeno perplessi. Presso l’anfiteatro Erode Attico per i giorni del 3 e 4 luglio – dunque date “non sospette” – era previsto il fortunato musical Jesus Christ Superstar (di A.Lloyd Webber e Tim Rice), una super-produzione londinese con artisti del West End. Ma da lunedì i siti greci riportano il comunicato ufficiale del produttore Oli Sones: «A causa degli ultimi sviluppi politici e del clima negativo di incertezza e di instabilità che si è creato nel Paese in vista del referendum, […] con profondo dispiacere ci vediamo costretti a procedere all’annullamento dei due spettacoli ad Atene». Per la verità gli artisti, come pure lo stesso Sones, si sono scusati con messaggi sui social network, attribuendo la decisione ai timori degli sponsor e augurandosi di incontrare presto gli spettatori ateniesi. Ma la scelta sorprende: l’arte dovrebbe presentarsi come una sfida all’incertezza, offrire un terreno comune e solidale di riflessione e comunanza. Diventare presenza, voce e grido.

Al contrario, nelle stesse sere di vigilia del voto (3-4 luglio), il programma resta invariato al teatro antico di Epidauro, dove andranno in scena le Troiane di Euripide (produzione del Teatro Nazionale di Grecia). Infatti il direttore Stathis Livathinòs ribadisce: «il Teatro non deve fermarsi mai». Gli fa eco il regista dello spettacolo, Sotiris Chatzakis (uomo di teatro di punta del panorama greco) con un’accorata dichiarazione. «Nelle Troiane di Euripide il nostro animo è scosso dal grido “Troia non esiste più”, come nel film Underground di Kusturica era quell’altro grido “La Jugoslavia non esiste più”. In queste ore buie in cui il nostro Paese è messo a dura prova, tutti noi artisti coinvolti nell’allestimento delle Troiane vi invitiamo a venire a Epidauro. Con tutte le vostre difficoltà, con tutto il peso del vostro cuore, venite a Epidauro. Spettatori e artisti, uniamoci e celebriamo insieme un rito che ci aiuterà a purificare gli animi. Dimostreremo che la paideia, l’arte, la cultura, sono la nostra vera ricchezza. Faremo così emergere, in questi giorni cruciali, l’alto valore spirituale e collettivo della nostra coscienza». In questo appello venato di orgoglio patriottico, Chatzakis invita gli spettatori a ritrovare e riaffermare la consapevolezza di una grecità che rischia di sfaldarsi. Ciò può avvenire, prima che in un’urna elettorale, a teatro, e in un luogo-simbolo come Epidauro.

Gilda Tentorio

 

 

 

Questo contenuto fa parte di “Sguardi sulla Grecia”.
Un progetto a cura di Gilda Tentorio.