di e con Ambra Senatore e Antonio Tagliarini
visto al Pim Off di Milano_25-26 Novembre 2012
Non sono molti i coreografi italiani che riescono a mantenere a lungo i riflettori accesi sulla propria ricerca e a catturare l’attenzione di chi, di solito, gira alla larga dalla danza contemporanea. Ambra Senatore è apprezzata dal pubblico e dalla critica e le sue creazioni vengono richieste in Italia e in Francia: meritato riconoscimento di un percorso lungo – al fianco di nomi come Roberto Castello, Raffaella Giordano, Carolyn Carlson – e di una ricerca stilistica originale, intelligente, mai autoreferenziale.
Bis – presentato nella stagione del Pim Off diretta da Barbara Toma – è l’esito di un processo compositivo portato avanti con Antonio Tagliarini; la prima tappa, L’ottavo giorno, aveva debuttato nel 2008 e il titolo della nuova creazione sembra alludere proprio alla ripresa del percorso. Senatore e Tagliarini mettono in luce le contraddizioni di una società che ci vuole tutti perfetti, felici, realizzati; ma il ritratto amaro di un Eden impossibile è portato avanti con tale grazia e ironia da evitare ogni rischio di retorica. E proprio nella levità, nell’umorismo, nella capacità di guardare alle cose con distacco e saperne cogliere il lato surreale risiede la cifra stilistica di Bis: uno sguardo sulla quotidianità che trasforma le stonature in una partitura d’azioni misurata, un linguaggio minimo che impercettibilmente si stacca dalla realtà per diventare danza. Come in Passo – presentato al Pim nella scorsa stagione – l’ironia ricade per prima cosa sulla performance in corso di cui si dichiara continuamente l’esistenza, sullo spettacolo in quanto tale: gli errori, gli imbarazzi, la gestione dell’imprevisto diventano tessitura drammaturgica. È lecito allora iniziare con un applauso, proporre al pubblico ‘intervalli’ vintage in tipico stile Rai e persino cadere per terra.
Presto, in questa narrazione sghemba portata avanti da un uomo e una donna buffi ma mai sopra le righe, cominciano a entrare in scena elementi naturali: proprio il progressivo emergere di un verde visibilmente posticcio accompagna lo spettatore verso un Eden di plastica, un paradiso a portata di mano che trasuda tutta la sua finzione. E se le prime piante vengono portate sul palco dalla Senatore come surrogati del partner assente – quasi a sostituire l’uomo – presto sarà l’uomo a voler entrare in relazione con la natura fino a farsene modificare. Prende forma, sotto gli occhi del pubblico, un piccolo e artefatto giardino delle delizie che coinvolge progressivamente i sensi: il verde accesso di un tappetino su cui mettere i piedi, i cinguettii registrati di uccellini che evocano il relax a pagamento di certe beauty farm, e infine un deodorante che appaga la sfera olfattiva.
Dura poco, la felicità di questi Adamo ed Eva da pubblicità: la noia li aspetta dietro l’angolo. Forse meno completo di Passo – a maggior ragione se si pensa che si tratta di una ripresa, e che il lavoro si trova dunque a uno stadio avanzato – Bis conferma il talento di un autrice capace di fondare un linguaggio espressivo personale e convincente.
Maddalena Giovannelli
Chiara Trifiletti