Smarrirsi in una catarsi. È questa la sensazione mentre si attraversa Bow, coreografia firmata da Mi-sook Jeon. Per un’ora lo spettatore si perde in un’ipnosi di movimenti, uscendo dalla concezione di sé ed entrando in una dimensione favolosa, in cui i gesti assumono un’importanza simbolica. Protagoniste sono le convenzioni che regolano, da sempre, il sistema sociale orientale: dagli inchini alla danza coi ventagli, dalla cerimonia del tè alle strette di mano. La compagnia coreana Laboratory Dance Project incanta il pubblico dell’Elfo Puccini con il secondo spettacolo in cartellone a MilanOltre attraverso una narrazione che procede per quadri dalle atmosfere “bob-wilsoniane”. A dominare è allora la luce che scolpisce coi suoi colori sgargianti uno spazio vuoto, riempito solo dalle sagome di dieci danzatori che, di quadro in quadro, si muovono con gestualità perfettamente calibrate, apparendo ora come alghe nel blu del mare coreano, ora come oggetti lentissimi spinti da una corrente leggera. Eccoli poi condensarsi in una nuvola turbinosa, che, in uno scuotersi di ventagli, fa piovigginare movimenti sincopati. Le mosse flessuose che caratterizzano la prima parte dello spettacolo sono accompagnate da una musica dolce, che muta via via in un mantra ossessivo, dal ritmo incalzante. È come se ci si trovasse di fronte a un complesso rituale impossibile da spiegare razionalmente, eppure così potente da riuscirne a percepire tutta la sacralità.

Quando cala il sipario, il pubblico esce dalla catarsi e scrosciano gli applausi. La LDP company torna sul palco: questa volta la cerimonia degli inchini dovrebbe essere soltanto un congedo. Eppure, mentre i corpi si piegano ancora una volta nel gesto di rito, il dubbio rimane: lo spettacolo sarà davvero finito?

Micol Sala


Bow
Coreografia Mi-sook Jeon
Interpreti Set-byeol Lim, Sung-hyun Kim, Na-ra Yoon, Ho-young Shin, Joo-hee Lee, Yoon-joo Han, Seung-wook Song, Ha-neul Jung, Jeong-eun Lee, Hyun-woo Bae
Musica Jae-deok Kim
Luci Jung-hwa Kim
Costumi: In-Sook Choi

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