di Alessandro Cannarozzi

Caos (remix) è forse lo spettacolo più importante della compagnia Quelli di Grock.
Questa messa in scena è il cavallo di battaglia della compagnia da moltissimi anni ed è stata tradotta in diverse lingue e portata in varie tourneé in tutto il mondo. Al vero nome Caos, solo da pochi anni si è aggiunto (remix): “remix” perchè gli attori che hanno scritto lo spettacolo e lo hanno recitato fino a qualche anno fa hanno lasciato il posto ai più giovani della compagnia che lo hanno leggermente modificato con il loro aiuto.

Agli occhi dello spettatore, nelle fasi iniziali, lo spettacolo può risultare molto confuso e ripetitivo, la sensazione d’ansia che creano la musica e i gesti ripetuti può portare anche a sentirsi un po’ turbati.
È proprio quello che gli attori vogliono far arrivare al pubblico: ansia, confusione…  Ci riescono benissimo grazie alla colonna sonora scelta perfettamente, suoni cupi e forti si ripetono in crescendo, anche se la chiave di questa messa in scena è sicuramente l’uso ripetuto e caotico dei gesti. Tutto ciò a significare la quotidiana monotonia della vita cittadina, in cui ogni spettatore si immedesima.
Un altro elemento importante di questo spettacolo è il silenzio. Non è vero e proprio silenzio dato che la musica è sempre presente, ma un silenzio di parola. Le bocche degli attori, durante tutto l’arco dello spettacolo, si aprono raramente per parlare. Ciò da spazio al pubblico per pensare e riflettere su quello che stanno vedendo, ovvero la metafora del caos cittadino, ma soprattutto della propria vita.

Fino a metà di Caos (remix) lo spettatore si sente vuoto, manca qualcosa che risolva questa situazione di continua confusione. Questo qualcosa arriva giusto nella scena finale, che libera il palco da tutto il disordine creatosi precedentemente. E questo qualcosa è il senso di libertà che si sprigiona nel momento in cui ci fermiamo a riflettere. Per me è questo Caos (remix): uno spettacolo da cui si esce liberati. Un’ora e mezza appagante, non una semplice messa in scena, ma un atto che ti lascia riposare in pace.

 

Questo contenuto fa parte del Progetto scuole di Stratagemmi_prospettive teatrali