Cyrano de Bergerac è un leggendario poeta e spadaccino dal naso lunghissimo e imponente; ma Cyrano è anche Anna, una ragazza che ha perso la memoria (o si rifiuta di ricordare?), ed è Sandro, un misterioso visitatore, che una volta alla settimana va a trovare Anna nella clinica in cui è ricoverata. E Cyrano, in fondo, è anche chiunque accampi scuse perché non ha il coraggio di prendere in mano il suo destino e provare a essere felice; e i Cyrano di questa vicenda si intersecano e si scambiano di ruolo nei molteplici piani dello spettacolo. 

È un libro rosso (forse proprio l’opera di Rostand?), che Anna stringe sempre in mano, a fare da espediente per dare avvio alla conversazione fra i due personaggi. Un inizio che è continuamente reiterato: come lo stesso libro ad ogni nuova lettura “riaccade” da secoli, così la storia di Anna e Sandro si ripete una volta a settimana, da cinque anni, nella sala di aspetto di un ospedale per malati a lunga degenza. Uno scenario asettico, in cui l’unica nota di colore è proprio il libro rosso che catalizza lo sguardo dello spettatore. Nella ridondanza dei giochi di variazione sullo stesso schema il pubblico vive la ripetitività della vicenda, assuefacendosi, scena dopo scena, ai cambi repentini nell’atteggiamento dei personaggi, interpretati da Erica Landolfi e Paolo Canfora della compagnia Crack24. Lo scorrere delle settimane è segnato da un semplice cambio di luci e dal suono di una goccia d’acqua che cade, ricordo di una notte infernale di pioggia in cui è accaduta una terribile tragedia. 

L’intero spettacolo si gioca sull’interazione fra i due personaggi, visivamente sottolineata dai cambi di posto e dall’avvicinamento o accorciamento della distanza fisica di questa strana coppia. Sono solo due i momenti di contatto fra i protagonisti: attimi di respiro nel complicato gioco di equilibri e finzioni su cui si costruisce la loro complicata relazione. Quando alla fine i due si smascherano del tutto, di fronte a se stessi e di fronte allo spettatore, tutta la cura drammaturgica nell’inserire indizi, sparsi qua e là nella prima parte dello spettacolo, viene alla luce, ma lo svelamento dei piani di finzione e realtà passa quasi in sordina, assorbito dalla ciclica routine degli incontri che abbiamo imparato a prevedere. Questa è insieme la fine e la vera partenza: sulle note di A mano a mano di Rino Gaetano (la suggestione che ha fatto scaturire l’idea dello spettacolo, come hanno raccontato gli attori) termina il gioco letterario dei Cyrano e comincia la vita senza schemi prevedibili. 

Chiara Carbone

Che farebbe Cyrano?
di e con Erica Landolfi e Paolo Canfora
tecnico luci/audio: Ermanno Marini
consulenza scenografica: Eleonora Diana
produzione: Compagnia Crack24
visto allo Spazio Hug di Milano_ 8-12 settembre alle ore 21.00

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