Uno, due. Uno, due. L’impatto dei guantoni contro esili braccia in posizione di parata.
Non è un semplice incontro di pugilato quello che avviene sul palco dell’Elfo Puccini, ma l’incipit della coreografia che Roberto Zappalà dedica a una “meditazione” su Caino e Abele. Danza e lotta, del resto si intrecciano tra loro fin dalla notte dei tempi, come testimoniano culture diversissime tra loro (dall’Africa al Sud America passando dall’Asia): un mix in cui ardore e passionalità diventano inestricabili, fusi nei movimenti, saldati al gesto tecnico. Il coreografo siciliano ci propone allora un viaggio sui sentimenti più antichi e profondi che caratterizzano la natura umana: una natura, innanzitutto, animale. Ecco i due gemelli del mito immortalati prima nella loro infanzia, dove giocano dolcemente, mescolando i loro corpi, scoprendo con i sensi il contatto dell’altro. Come con cuccioli di tigre, il gioco è attraversato da una tensione perenne. E infatti l’amore verso un altro corpo, nato insieme a noi, lascia presto il passo a un istinto diverso, un sentimento altrettanto antico: il desiderio di dominio e sopraffazione. L’inquietudine di prima si realizza in atto: la minaccia di Caino fa germogliare in Abele una sensazione nuova, la paura, che, in un processo di azione e reazione, porta i due performer a una danza vorticosa, a quattro zampe, in cui avviene uno dei primi scambi della storia dell’uomo: come cani rabbiosi i due latrano l’uno contro l’altro! La guerra è stata ormai dichiarata e non vi è alcuna distinzione tra innocente e colpevole. Ogni Caino ed ogni Abele della storia proveranno indifferentemente, di qui in poi, odio, rancore, gelosia: gli esseri umani si uccideranno a vicenda nel corso di ogni secolo, al di là del bene e del male. La coreografia di Zappalà ci spinge a provare amore e disgusto per noi stessi in una climax di conflitto, che trova però il suo apice emotivo nella complicità tra i due interpreti: è nell’interazione, nel rapporto con l’altro l’evidenza della nostra natura, produttiva e distruttiva al tempo stesso!

Marco Macedonio


Corpo a corpo | 1° meditazione su Caino e Abele
da un’idea di Nello Calabrò e Roberto Zappalà
coreografia, regia e costumi Roberto Zappalà
musiche Nick Cave, Johannes Brahms
danzatori Gaetano Montecasino, Fernando Roldan Ferrer
realizzazione costumi Debora Privitera
luci Roberto Zappalà
direttore tecnico Sammy Torrisi
produzione e management Maria Inguscio
ufficio stampa Veronica Pitea
dal progetto Liederduett (due episodi su Caino e Abele)
co-produzione Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza-Centro di Produzione della Danza e Bolzano Danza/Tanz Bozen
in collaborazione con KORZO (Den Haag, NL) e MilanOltre Festival
con il sostegno di Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e Regione Siciliana Ass.to del Turismo, Sport e Spettacolo

Questo contenuto è parte dell’osservatorio critico MilanOltreView