22, 23, 24, 25, 29, 30, 31 Marzo e 1 Aprile ore 20,45
Teatro della Contraddizione via della Braida 6, Milano

OlivieriRavelli_Teatro
presenta

TERZO MILLENNIO
nell’ambito della Stagione Sperimentale Europea del
TEATRO DELLA CONTRADDIZIONE

PRODUZIONE ARTISTICA
OlivieriRavelli_Teatro

DRAMMATURGIA / REGIA
Fabio M. Franceschelli

INTERPRETAZIONE
Francesca Guercio – Claudio Di Loreto – Alessandro Margari

una produzione
Ass. Cult. Amnesia Vivace – Ass. Cult. Figli di Hamm

in collaborazione con
CONSORZIO UBUSETTETE
info [email protected]

You Tube: http://youtu.be/2_o1bgdHJfk
Decimo anno di repliche

Segnalato dal CIRT di Milano

Tradotto in tedesco e rappresentato nello storico
Theater im Keller di Graz (Austria) durante la stagione 2002

RASSEGNA STAMPA abstract 2010 / 2011

Un maiale e un pescatore si incontrano in un luogo imprecisato, si accennerà poi ad una improbabile isola, ma senza crederci troppo. Qui i due personaggi, sempre coscienti del loro essere personaggi, dunque creature di invenzione, e nella totale immobilità fisica […] passano dal discorso ontologico a battute che risulterebbero volgari o banali se estrapolate dal contesto. In un intrecciarsi di abili passaggi drammaturgici, iperbolici monologhi si susseguono a stretti dialoghi interrotti da eruzioni di violento sarcasmo. […] Il comico nasce insomma non solo dall’assurdo, ecco l’altra marcia in più nei testi di Franceschelli, ma anche dalla creazione surreale e alogica di momenti narrativi sorprendenti per originalità e folgoranti per capacità immaginifica […]. Questa come altre preziosità si intrecciano in un un tessuto drammaturgico di altissimo livello per stile ritmi e musicalità da rendere la scrittura di Franceschelli, a mio modesto parere, unica nel nostro teatro. Andrea Pocosgnich, Teatro e Critica

L’impossibilità di sfoderare una drammaturgia che sia innovativa e in connubio con la contemporaneità è la prima questione sollevata dallo spettacolo di OlivieriRavelli_Teatro, Terzo Millennio […]. Questa difficoltà del teatro classico di narrare la contemporaneità, di parlare allo spettatore attraverso un canale che sia coerente con l’epoca che si sta vivendo, viene aggirata da un teatro dell’assurdo […] che sfocia in testi come Appunti per un Teatro Politico, dello stesso Franceschelli, e, per l’appunto, in Terzo Millennio. La pièce è ambientata in un luogo surreale, un’isola o forse una spiaggia, una dimensione a noi lontana, emblema di un’epoca in cui la virtualità è quasi sinonimo di normalità. I tre personaggi si scambiano battute scabrose, alternate a virtuosismi intellettuali […]. Linguaggio e modalità che forse lontanamente ci ricordano le opere pasoliniane, così sfrontate e senza inibizioni […]. Uno spettacolo che parla del disagio postmoderno, sia sociale che prettamente teatrale, del fare in modo che la comunicazione divenga un punto di riferimento fermo, ricordando che siamo tutti vittime di questa inadeguatezza […]. Laura Khasiev, Close-Up

Franceschelli dimostra di sapersi muovere tra le strade lasciate dai grandi e rivoluzionari drammaturghi del Novecento, Beckett — Pinter — Ionesco, sfruttando situazioni grottesche, un lieve non-sense , un’incomunicabilità tra personaggi che appaiono dei ridicoli monoliti. In questo testo si attende l’EVENTO, non più Godot, che in scena è realizzato in un maniera veramente comica e originale ma al contempo disarmante. Dopo un’ora e mezza di spettacolo questo EVENTO sciacqua via ogni pensiero che si era fatto su di esso. Già perché questo che i personaggi attendono, noi-pubblico lo iniziamo a vivere all’accendersi delle luci sul palco. A sostegno di questa idea, oltre l’uso delle luci, c’è il continuo discorso che i personaggi fanno su loro stessi, sul testo che stanno mettendo in scena, sul teatro e sulla critica: un continuo slittare che al contempo fa riflettere e abbatte ogni riflessione. In alcune situazioni surreali è evidente la lezione di Brecht sullo straniamento ma la regia, il testo stesso e gli attori, sembrano portarla verso un’esagerazione comica che riesce con maggior effetto a bucare la quarta parete dell’immedesimazione. Francesco S. Russomanno, www.paconline

«Il teatro si può fare con tutto, anche con un testo…». Questa frase, presa dal genio di Leo de Berardinis […], sposa assai bene questo nuovo-vecchio spettacolo di Fabio Massimo Franceschelli […], Terzo Millennio. La drammaturgia, che risale al 1997, assume spessore maggiorato dalla sua funzionalità moderna: è un testo che sapeva di oggi molto più di quanto forse ne sappiamo noi ora, che si interrogava sulla deriva della politica così mal gestita, l’avvento della società dei consumi in luogo dei valori umani, ossia quando l’apparire ha soppiantato l’esperienza. Con questo bagaglio lo spettacolo propone una resistenza all’ovvietà, ma con la forza di figure stereotipate e fisse nel loro simbolismo: un uomo vecchio e Maiale, un giovane Pescatore, una Donna “donna” sono i grotteschi personaggi, il cui obiettivo è il confronto delle fondamenta che articolano il loro esistere, in scena e nella vita, la ciclicità degli errori, la tensione sempre tradita al cambiamento. Quasi profetico, l’autore. Perché proprio di questo muore un paese affogato dalla vanità. Mezzo utilizzato è il dialogo, la forma più pura di dialettica e riflessione, in cui anche chi ascolta è coinvolto […]. Punto di forza è l’acidità dell’estetica kitsch, che nell’eccesso trova la misura di far passare la complessità in una struttura apparentemente ludica, che invece deve a questo gusto leggero dello scherzo e del paradosso i risultati migliori in chiave di accoglienza e riconoscibilità. Proprio quest’ultimo elemento è il più valoroso: l’ostinazione a oltrepassare il limite sconfigge la pesantezza concettuale e definisce il teatro di Franceschelli, che si distingue nobilmente in un’epoca, questa, di affamata omologazione. Simone Nebbia Hystrio 3-2010