Tre danzatrici – Francesca Santamaria, Lucrezia Gabrieli e Cora Gasparotti – eseguono separatamente brevi sequenze coreografiche indossando un visore VR, ed esplorano lo spazio in cui si trovano in base alle immagini che vedono, ma di cui lo spettatore non è a conoscenza. Alla base del progetto artistico Dealing with Absence di Margherita Landi e Agnese Lanza si situa una riflessione sul tema dell’assenza e sull’interazione tra corpo e tecnologia, approfondita da ciascuna danzatrice attraverso la reinterpretazione, in luoghi e modi differenti, delle sequenze cinematografiche proiettate nel visore. Il video creato per la Settimana delle residenze digitali 2021 è l’esito di queste esperienze, che sono state pubblicate sul profilo Instagram del progetto, dando vita a un vero e proprio «diario di lavoro» e una «sala prove digitale». Il visore trasporta ciascuna delle danzatrici in un mondo parallelo, permettendo loro di sperimentare la tensione tra la percezione del luogo che vedono e quello in cui si trovano, che sia un «luogo intimo» – oggetto delle riflessioni di Lucrezia – oppure un luogo esterno, occupato e attraversato da altre persone. Le dicotomie che sia le danzatrici sia gli spettatori percepiscono sono molteplici: alla contrapposizione tra ambiente virtuale e realtà, si sovrappone il contrasto con la dimensione interiore ed emotiva delle tre performer.

Così, ad esempio, lo spettatore vede Lucrezia che danza nella via di una città, immersa in un mondo e in uno stato emotivo che né lui né i passanti comprendono. In questo modo nasce un intreccio di percezioni e di sguardi basato sull’opposizione tra presenza e assenza: la distanza che si stabilisce tra i passanti e la danzatrice viene amplificata nel momento in cui essi attraversano la via senza nemmeno guardarla; e se lo sguardo della danzatrice osserva attraverso il visore qualcosa che nella realtà non c’è, gli occhi dei passanti non si soffermano su di lei, che invece è presente.

In Dealing with Absence, il ricorso al visore non è tuttavia latore di isolamento o alienazione del performer dalla comunità: se da un lato esso è un mezzo di evasione, dall’altro lato consente – come scrive Francesca in un post pubblicato su Instagram – di poter «soffermare il proprio sguardo su panorami differenti, di abitare i luoghi in modo diverso e scoprire nuovi modi di essere nello spazio». Emblematica in questo senso è la sequenza in cui Cora si muove all’interno dello spazio chiuso e costipato di un armadio, scoprendo «che ogni cosa può essere una finestra» e che anche lì possono schiudersi davanti agli occhi «immensi panorami di ricordi, spazi infiniti mai esplorati». È proprio l’assenza, quindi, a stimolare l’immaginazione, sia per le danzatrici sia per gli spettatori, esclusi dal mondo virtuale che le danzatrici vedono nel visore. Non a caso il video si conclude con le parole di Lucrezia: «ed è fantastico, banale ma fantastico, come copri gli occhi e continui a vedere».

Giuditta Pistone


Dealing with Absence
un progetto di Margherita Landi, Agnese Lanza
regia VR Margherita Landi
con Lucrezia Gabrieli, Francesca Santamaria, Cora Gasparotti
produzione Gold Enterprice

Questo contributo è parte dell’osservatorio della Settimana delle Residenze Digitali.