Non solo esposizioni alla fiera di Rho o Esterni a zonzo per la città. Nei giorni del Salone del mobile anche il teatro rende omaggio a un’eccellenza italiana come il design e alla manifestazione che sempre più identifica il capoluogo lombardo come centro multiculturale internazionale. Il merito va a Laura Curino che porta in scena il suo monologo sul design al Teatro Studio Expo, titolo: Mani grandi, senza fine. «Racconto la creatività attraverso le biografie di otto milanesi geniali, da Castiglioni a Zanuso», ha detto l’attrice. Lo spettacolo ritrae una Milano elegante, operosa, culla dell’inventiva, una città che rinasce e riprende forza dalle macerie della Seconda guerra mondiale proprio grazie a questa spinta vitale.

Dal design al Sudamerica. Tutti pazzi per Spregelburd, e questo si sapeva. Ma ora si comincia a guardare più in là. Sbarca infatti a Milano, al Teatro Grassi, un altro talento della Buenos Aires del rinascimento teatrale: Claudio Tolcachir, 35 anni e un promettente futuro davanti a sè. Suo il merito di aver fondato un gruppo molto attivo, il Timbre 4, trasformando il suo appartamento di ringhiera alla periferia di Buenos Aires in un teatro off e in un’accademia di recitazione. A Milano porta Il caso della famiglia Coleman, caotico microcosmo famigliare in cui ognuno è condannato ad amare gli altri e a lottare per conservare il proprio spazio vitale. Dal giorno del debutto, cinque anni fa, nella casa stessa di Tolcachir, questo spettacolo ha meravigliato pubblico e critica in più di 30 paesi nel mondo. È stato presentato per quattro settimane consecutive al Festival d’Automne à Paris: Le Monde lo ha eletto re degli spettacoli in cartellone.

Tra gli altri spettacoli che vale la pena vedere, al Ringhiera il debutto di un classico del repertorio della Compagnia Atir, 1943 – Come un cammello in una grondaia, un lavoro corale intenso e delicato, che fa rivivere con sensibilità le parole di addio a madri, amici, mogli, mariti, sorelle di quei giovani di tutta Europa che lasciarono la vita per dire no alla dittatura nazifascista.

Si chiama Physique du rôle la messa in scena di Nicola Russo in arrivo al Teatro I, tratto dal lavoro dell’artista francese Sophie Calle, che trent’anni fa si fece assumere come cameriera di piano in un hotel di Venezia e durante le sue ore di lavoro fotografò e archiviò gli effetti personali dei viaggiatori e i segni del loro passaggio nelle stanze dell’albergo. Il risultato per la scena, che da questi ritratti-non ritratti di sconosciuti prende ispirazione per stravolgere le consuetudini (da qui il titolo: chi ha il physique du role che gli altri si aspettano?), è un affresco di tre personaggi: un uomo che parla d’amore in modo romantico e adolescenziale, una donna che spiega il sesso come un analista e da un punto di vista maschile, un bambino che racconta di sé e dei suoi genitori con uno sguardo adulto.

 

 

17-24 aprile

Mani grandi senza fine

di Laura Curino

martedì e sabato 19.30; mercoledì-venerdì 20.20; domenica 16

http://www.piccoloteatro.org

 

17-22 aprile

Il caso della famiglia Coleman (La omisión de la familia Coleman)

di Claudio Tolcachir

martedì e sabato 19.30; mercoledì-venerdì 20.20; domenica 16

http://www.piccoloteatro.org

 

19-22 aprile

1943 – Come un cammello in una grondaia

di Serena Sinigaglia

da mercoledì a sabato 20.45, domenica 16.00

http://www.atirteatro.it/

 

19 -21 aprile

Monstera – Physique du rôle

di Nicola Russo

ore 21

www.teatroi.org