di Lucia Calamaro
visto al Teatro Franco Parenti di Milano_ dal 23 ottobre al 2 novembre 2014.

Dopo L’origine del mondo, con il Diario del tempo Lucia Calamaro sceglie di continuare a indagare il malessere del quotidiano, non più tramite tre generazioni di donne ma attraverso le diverse solitudini di una generazione di quarantenni. La prima parte dello spettacolo, che debutterà l’anno prossimo nella versione completa, vede in scena Federica (Santoro), Roberto (Rustioni) e Lucia (la Calamaro stessa). Federica è una giovane disoccupata che, nell’ansia di impegnare il tempo, perde il controllo della propria esistenza, fino a pensare che ci sia un’altra sua esistenza parallela, in qualche parte del mondo, che magari un lavoro ce l’ha. Fa sport, cura il verde, si veste di giallo, o a righe, per farsi notare, ma di fatto resta vittima della propria ignavia.

Roberto, il vicino di casa obbligato al part-time, è il solo amico di Federica, che su di lui sfoga la propria noia e le proprie fissazioni. Lucia, supplente di ginnastica che si è iscritta a filosofia e cerca di capire Lacan, è la vicina del piano di sopra. Nelle loro teste i pensieri non hanno freno, si alimentano fino a diventare ossessivi. «La mente lasciata sola con se stessa sborda dal reale»: sembra essere questa la chiave – pronunciata in scena da Federica – di tutto lo spettacolo.

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