Si chiama Dentro il teatro, fuori dalla scena ed è la prima mostra fotografica promossa e co-curata dalla redazione di “Stratagemmi”. Il progetto è nato dall’incontro con l’architetto Marcello Zagaria e con la fotografa Margherita Busacca. Il trio così composto ha la-vorato all’ideazione e poi all’allestimento, presso lo spazio Mil di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, dell?esposizione. La mostra è stata inaugurata in occasione della quarta Festa del teatro del capoluogo lombardo, nell’ottobre scorso.
Il tema: raccontare il teatro per immagini. Andando, come recita il titolo, oltre la messa in scena che viene proposta al pubblico. In altre parole indagando, attraverso l’obiettivo, i sensi nascosti degli spazi, dei tempi e delle azioni teatrali. Queste sono state le sezioni in cui abbiamo diviso la mostra-concorso. Sono state infatti esposte 36 fotografie, selezionate tra le oltre 300 pervenute da tutta Italia in risposta a un bando che invitava i fotografi, professionisti e non, a inviare i loro scatti “dentro il teatro, fuori dalla scena”. La giuria, tenendo conto delle segnalazioni del pubblico, ha poi scelto i vincitori, quelli che meglio hanno interpretato le tre categorie aristoteliche nelle quali abbiamo voluto dividere l’eventum teatrale e l’esposizione stessa.
Da questa esperienza nasce il Taccuino che leggerete nelle prossime pagine, frutto del lavoro congiunto degli stessi curatori della mostra. Abbiamo lavorato mettendo in comune le rispettive competenze, per accorgerci – nel guardare e riguardare gli scatti – che il rapporto tra spettacolo e fotografia è complesso, intricato, ricco di significati e sfumature. È un rapporto fatto di storia, tecnica, arte, un dialogo che fornisce nuovi sensi e approfondisce quelli più evidenti di una performance, che si tratti di musica, teatro o danza. Nel nostro approfondimento vi proponiamo suggestioni, riflessioni e indagini sul tema a cura di grandi fotografi dello spettacolo e critici di fotografia.
Come di consueto, apre “Stratagemmi” la parte dedicata agli studi accademici. Il primo saggio indaga la rappresentazione dei sogni nell’Agamennone di Eschilo: le evanescenti immagini notturne inizialmente emblema di debolezze e di inganno, finiscono per assumere il ruolo di parola profetica. Ma sul motivo onirico e per-turbante del “doppio” è costruito anche il dittico Odissea: doppio ritorno, realizzato da Luca Ronconi, analizzato nel secondo contributo: gli echi omerici sono accostati dal regista a Itaca di Botho Strauss e all’Antro delle ninfe di Emanuele Trevi. Un’altra messa in scena illustre è al centro dell’ultimo studio: si tratta di Tre Sorelle per la regia di Massimo Castri; l’incontro con Checov è vissuto dal regista come “una partita a rischio”, dove la sfida è quella di restituire linfa a un autore che canta il crepuscolo della borghesia russa del tardo Ottocento, ma che “parla di noi in maniera sorprendente”.