Te.Ca., acronimo di Teatro Cassanese, è uno spazio polifunzionale promotore di arte e cultura nel territorio dell’Adda Martesana. Si propone come un luogo di ritrovo e di confronto aperto alla comunità nella sua interezza e stratificazione. Gli spazi del Te.Ca. sono gestiti e animati dall’Associazione Culturale ILINX a.p.s., che si occupa di numerose e differenti attività in ambito artistico e culturale: dalle residenze artistiche ai laboratori teatrali nelle scuole, dall’organizzazione di rassegne teatrali alla promozione e curatela di eventi e performance realizzati nei territori circostanti il teatro. Un elemento fondamentale dell’attività svolta da ILINX consiste proprio nella relazione con le comunità che frequentano il Te.Ca., della quale la realizzazione di eventi e performance en plein air costituiscono un elemento imprescindibile: proprio di questo ci ha parlato il direttore artistico Nicolas Ceruti negli accoglienti spazi del teatro.
Quale relazione intercorre tra gli spazi del Te.Ca. e le attività che realizzate al di fuori del teatro?
Un elemento fondamentale capace di unire il teatro, inteso come luogo maggiormente codificato, e le sue possibili declinazioni che si manifestano, invece, all’esterno di questo luogo, è proprio l’attenzione che rivolgiamo alla relazione con il pubblico. Ne sono un esempio le tante occasioni nelle quali la cittadinanza si è ritrovata immersa in performance ed eventi artistici in modo più o meno consapevole. Da questo punto di vista, è stato sicuramente fondamentale, a partire dal 2014, il progetto Habitat_Scenari Possibili, nato per trasmettere la necessità, e la bellezza, dell’incontro tra arte contemporanea e territorio.
Questa relazione si determina tuttavia anche attraverso un allargamento sempre maggiore del nostro raggio d’azione: siamo un centro di produzione e di formazione teatrale, ma allo stesso tempo ci occupiamo di creare un legame tra la comunità e il territorio anche attraverso lo sviluppo di opportunità concrete per questi luoghi. In questo senso conduciamo diversi laboratori teatrali nelle scuole del comune di Inzago e, infine, attiviamo progetti di residenze nati con la funzione di accompagnare gli artisti nel corso del loro processo creativo e nello sviluppo e realizzazione di attività sul territorio.
Le diverse proposte artistiche e culturali collocate in spazi esterni, all’aperto, hanno ricevuto sempre un’interessante e assidua partecipazione da parte della cittadinanza. In questo momento, però, un obiettivo per noi fondamentale è quello di trainare il pubblico verso l’interno, verso gli spazi più codificati del nostro Teatro Cassanese.
Come cambia la proposta del prodotto artistico da voi scelto a seconda del luogo in cui ci si trova e della comunità che vi partecipa?
Spesso gli spettacoli e le performance all’aperto garantiscono una maggiore affluenza di pubblico rispetto alle proposte legate in spazi teatrali più convenzionali, grazie alla maggiore accessibilità all’evento e alla fondamentale possibilità di incontro e dialogo più diretto con gli spettatori. D’altra parte, però, questi progetti richiedono uno sforzo organizzativo significativo, soprattutto per quanto riguarda la tutela degli artisti coinvolti nelle dinamiche di fruizione diverse che hanno luogo nei contesti di messinscena ed eventi en plein air. Invece, negli spazi del Teatro Cassanese cerchiamo di creare un’offerta il più possibile variegata per poter attirare pubblici diversi e avvicinarli così anche a forme e linguaggi differenti, complessi, stratificati.
Come monitorate la comunità che si sta creando intorno al Te.Ca e la fiducia e la disponibilità che ripone in voi?
Cerchiamo di farlo attraverso diverse modalità: in parte grazie al confronto diretto, dialogando con coloro che prendono parte ai numerosi eventi – circa cento all’anno – che organizziamo sia nel foyer del teatro sia nei parchi della zona. Spesso è il pubblico stesso a voler attivare un canale di comunicazione immediato e continuo con noi, mostrandoci la volontà di prendere parte alle diverse proposte e attività che promuoviamo e realizziamo. Sicuramente un altro strumento per noi fondamentale è quello della comunicazione attraverso i social e le chat WhatsApp: grazie a questi mezzi il pubblico si informa, chiede chiarimenti e scambia opinioni. E poi risulta sempre efficace e necessario il momento di confronto dopo lo spettacolo, da noi fortemente voluto e cercato.
Da diversi anni realizzate numerose attività laboratoriali nelle scuole della zona. Quale legame avete creato con queste giovanissime comunità che gravitano intorno alle vostre proposte?
In questo tipo di relazione risulta fondamentale l’assiduità della frequentazione. L’incontro quasi quotidiano con giovani di età differenti, provenienti da questi laboratori scolastici, permette di creare un rapporto grazie al quale, con il tempo, questi adolescenti diventano poi utenti stabili del nostro teatro, sempre accoglienti nei confronti della varietà delle nostre proposte. Il lavoro da noi attuato nella territorialità allargata – che comprende non solo il comune di Inzago ma anche altri paesi della zona – e le processualità formative messe in campo conducono naturalmente il pubblico verso il Te.Ca, dove arriva grazie all’enorme fiducia guadagnata nella relazione che abbiamo istituito con esso.
Quali sono i “pubblici” che costituiscono la vostra platea? Sentite di aver raggiunto un punto di stabilità nella costruzione della comunità che abita gli spazi del Teatro Cassanese?
In questo momento stiamo sicuramente cercando di ricostruire un legame interrottosi nel periodo della pandemia: tentiamo ancora di porre rimedio al danno considerevole che il blocco imposto allo spettacolo dal vivo ha causato. Parte del pubblico ha allentato la sua frequentazione, anche se la maggior parte della comunità creatasi intorno al nostro spazio polifunzionale Te.Ca. è rimasta stabile e presente. Questo periodo di crisi ci ha anche però spinto a cercare di creare una nuova relazione con i pubblici e le cittadinanze che si presentano ai nostri eventi, per allargare sempre più capillarmente sul territorio la nostra presenza e incidenza.
Alice Strazzi
foto di copertina: ufficio stampa
Questo contenuto è parte dell’osservatorio dedicato al progetto En Plein Air