Che cosa ti ha colpito maggiormente dello spettacolo?
L’armonia. Ho trovato che vi fosse un perfetto equilibrio, sia nelle scelte musicali sia in quelle coreografiche. Il momento che ho preferito è stato quando i due danzatori vengono spogliati dagli altri componenti del gruppo, e poi trascinati per tutto il palco mentre coi loro corpi venivano ricreate delle pose plastiche. Mi ha trasmesso dolcezza.
Erminia, 30 anni, insegnante di educazione fisica
A dir la verità ho trovato lo spettacolo piuttosto superficiale, colmo di citazionismo banale, con i temi del desiderio, della passione, del sesso appena accennati. Mi è parso tutto un po’ ‘buttato lì’. Lo definirei piatto.
Chiara, 24 anni, producer radiofonica
Mi sono messo a piangere più di una volta. È stato travolgente, è stata un’esplosione dall’inizio alla fine! Mi ha colpito soprattutto la scena dove si vuole rappresentare l’eros: i danzatori assumono posizioni anche piuttosto esplicite, ma tutti i movimenti, così leggeri e lenti, erano associati a una musica morbida, per poi diventare di colpo scattanti e, di nuovo, calmi. Un’immagine forte espressa in maniera delicata.
Matteo, 25 anni, danzatore
Immersi in una società che ci vuole conformati a determinati costrutti relazionali, trovo affascinante questo ritorno alle origini della nostra natura animale. Cadono maschere e costumi e ci troviamo nudi, intrisi di sentimenti autentici che sfociano in una sessualità carnale, passionale. Crolla l’esteriorità, spesso manipolata da elementi esogeni, e riaffiora l’anima, coi suoi tormenti, le sue estasi, la sua naturale autenticità.
Giovanni, 33 anni, impiegato di banca
Che senso daresti all’estasi del titolo?
Credo che l’estasi nello spettacolo fosse come una liberazione, una sorta di regressione. I vestiti lanciati in aria o sbattuti a terra mi hanno fatto pensare ai vincoli che la società impone, e di cui i danzatori si sono liberati per una notte.
Maria Grazia, 51 anni, agente di viaggi
Quale momento ti è rimasto più impresso?
Direi l’inizio. Su tutta la sala si riflettevano i bagliori della palla da discoteca e i danzatori, con i loro corpi dipinti e le natiche imbottite, mi hanno ricordato dei satiri o dei fauni. L’atmosfera creata era magica, quasi fiabesca.
Lucrezia, 22 anni, studentessa
Sono rimasta colpita dall’immagine finale. Una ragazza viene innalzata su un mucchio di vestiti e i compagni stanno attorno a lei, placidi. Mi ha dato l’idea di un rito sacro, di un’adorazione.
Graziella, 45 anni, contabile
A cura di Andrea Malosio e Sara Monfrini
Estasi
regia, coreografia, scene, costumi e musiche Enzo Cosimi
interpretazione e collaborazione alla coreografia Paola Lattanzi, Elisabetta Di Terlizzi, Daniele Albanese, Alice Raffaelli, Pablo Tapia Leyton, Giulio Santolini
Visto a MilanOltre il 15 ottobre 2017
Questo contenuto è parte dell’osservatorio critico MilanOltreView