Il Teatro della Contraddizione ha proposto ai cittadini di Milano un appuntamento al buio: in compagnia di completi sconosciuti che passo dopo passo diventano compagni di viaggio si dà il via a una lunga passeggiata “archemica” (la variante antica di questo aggettivo amplifica la seduzione di un’esperienza “alchemica”) di cui si conoscono il luogo e l’orario di partenza ma non quelli di arrivo. Quattro itinerari in altrettante zone della città, ognuno dedicato a un modus vivendi raccontato dalle esibizioni artistiche cui gli spettatori assistono e partecipano durante il tragitto: performance, concerti, balli e canti in omaggio “alla vita desiderata”, a quella “invisibile”, a quella “fragile”, e “alla vita come viene”.
Come suggerisce il nome stesso della rassegna – che si ripete ogni estate dal 2011 – è la città la vera protagonista di ExPolis: anche quest’anno i quartieri milanesi, con le loro piazze, i loro parchi, le palestre e le gallerie d’arte, hanno fatto da scenario alle proposte artistiche dei danzatori e dei teatranti che hanno superato la difficile sfida che il Teatro della Contraddizione ha messo a bando (letteralmente) qualche mese or sono. La call mirava a selezionare tra gli artisti di tutta Italia i più capaci di interagire con il contesto urbano secondo tre principali “motori di ricerca”: esposizione, relazione, instabilità. Il 26 giugno, lungo un percorso di cinque chilometri che incontrava a più riprese i meravigliosi scorci dei Navigli, hanno inneggiato “alla vita invisibile” più di venti attori, musicisti, danzatori.
Gli spettatori – accompagnati dalla presenza mai invadente, ma rassicurante, degli organizzatori dell’evento, responsabili tra l’altro della rigorosissima pianificazione dell’avvicendarsi delle esibizioni – hanno camminato per ore godendosi le sorprese che gli artisti, ad ogni angolo del tragitto, avevano in serbo per loro. Ed è così che si sono imbattuti in una delegazione di ragazzi provenienti dal futuro nel Vicolo delle lavandaie (Teatro delle Albe), hanno seguito la conferenza di un bizzarro critico d’arte (Andrea Cosentino) nella Casa Museo Alda Merini, dove cenava una coppia matta di novelli sposi (Collettivo L’Amalgama); sul far della sera, superate le avances insistenti di una prostituta romana (Vincenza Pastore), hanno seguito in fila indiana la musica di un’orchestra disposta a farsi dirigere da chiunque (Bluklein) fino a trovarsi testimoni di un maldestro rapimento ad opera di due criminali improvvisati (20 Chiavi Teatro) e dimenticarsene subito dopo, ammaliati da un trio di ballerini scovato in un parchetto di periferia (Vuoto per Pieno). Infine, dopo aver danzato, a notte inoltrata, nella palestra di capoeira di via Argelati, hanno mangiato e bevuto con un papà simpatico, ma pedagogicamente biasimevole (Massimiliano Loizzi).
Durante il percorso si sono uniti alla comitiva numerosi passanti: gente che rincasando, o facendo una passeggiata prima del tramonto, si è imbattuta in una di queste esibizioni, e ha deciso di passare una serata diversa dal solito. Un teatro generoso e coinvolgente è capace di suscitare una spontanea ed entusiastica voglia di partecipazione. E così, quando vedi, immobile sulle rive della Darsena, un grosso cane color miele seguire trasognato dei palloncini azzurri che prendono il volo, non sai se questo splendido quadretto sia opera di un regista o se sia proprio il teatro a farti osservare il mondo di tutti i giorni con occhi diversi.
Chiara Mignemi
Visto nell’ambito del festival ExPolis 2018, Milano_21-30 giugno 2018.