“Nella civiltà del rumore, del caos, della pubblicità e della telematica, troppo spesso pensiamo al silenzio solo come negazione del frastuono e della confusione che ci stringono d’assedio. Ma c’è qualcosa di più. Il silenzio può essere una scelta, un percorso, comunicazione. E molto altro ancora.”

Fattoria Vittadini, compagnia di danzatori e coreografi nata nel 2007 tra le sale della Scuola Paolo Grassi di Milano, organizza e promuove la prima edizione del Festival del Silenzio, che si svolgerà a Milano dal 16 al 18 marzo presso la Fabbrica del Vapore con la direzione artistica dell’artista nativa segnante Rita Mazza.
Il principale obiettivo del festival è l’accessibilità: si alterneranno infatti performer udenti e non udenti, e ogni esibizione sarà fruibile da un pubblico di lingua sia segnante sia verbale. Questa commistione rende il festival un esperimento artistico unico, senza eguali né in Italia né all’estero. Esistono infatti esperienze simili in Europa, come il Festival Clin d’Œil a Reims (FR) o il Jugendfestival di Stoccarda (DE), che però si rivolgono esclusivamente a un pubblico di sordi e/o segnanti. Il Festival del Silenzio, invece, vuole superare questa distinzione e creare un terreno comune tra i due codici linguistici, una sorta di “terra di mezzo” in cui le due lingue possano incontrarsi, spinte da reciproco interesse. Questo proposito è ben espresso da Rita Mazza, che lo ha sintetizzato con un invito a tutti gli spettatori: “per vivere il festival è necessario avere uno stato mentale aperto, conoscere la lingua dei segni non è un requisito fondamentale”.
Sarà questa linea programmatica a identificare tutte le scelte artistiche della rassegna. Si inizierà venerdì mattina con lo spettacolo OFF KILTER di Ramesh Meyyappan, performer internazionale fortemente legato alla sua identità di non udente, ma altrettanto convinto nel chiedere al pubblico non concentrarsi sul suo essere un artista segnante. Domenica è in programma la performance Reveries d’un vendredi del coreografo e musicista marocchino Saïd Aït El Moumen, artista udente particolarmente attento all’accessibilità dei propri spettacoli. Il suo lavoro nasce dalla consapevolezza che una completa fruibilità non può essere garantita da un semplice lavoro di interpretariato, ma necessita un’azione inclusiva dell’artista e di una volontà includente dello spettatore.
Nel corso delle tre giornate, oltre a numerosi altri artisti internazionali (tra i quali Giuseppe Giuranna, Andreea David, Olimpia Fortuni e la compagnia Emit Flesti), la ricerca di un punto di contatto tra lingua segnante ed espressione verbale continuerà con workshop e seminari. La stessa Rita Mazza, in collaborazione con IETEM, condurrà un workshop gratuito sull’introduzione alla lingua dei segni e alla cultura segnante, mentre i professori Chiara Branchini e Carlo Cecchetto terranno il seminario Lingua e cultura della comunità sorda italiana dedicato all’importante tema del riconoscimento legale a minoranza linguistica della LIS in Italia e del conseguente adeguamento dei servizi alla persona, auspicando nel breve futuro a una tutela d’autore segnante.
Domenica sarà inoltre presentato l’esito del bando “In principio era il segno”, nato dalla collaborazione con S.I.A.E., Regione Lombardia e Fondazione Cariplo, con lo scopo di promuovere e sostenere processi di creazione di artisti sordi e/o segnanti. Numerosi infine i momenti ludici, in cui si creeranno vere e proprie connessioni grazie anche all’intermediazione di interpreti ANIOS: venerdì si aprirà con un grande party il cui programma musicale permetterà ai non udenti di godere della musica attraverso le vibrazioni dei bassi, mentre ogni sera è in programma un aperitivo segnante (con la collaborazione del Bar Senza Nome) e nella giornata di domenica una colazione sull’erba.
Il festival propone di sperimentare il concetto di silenzio non solo come assenza di rumore, ma come inedito strumento di conoscenza. Perché, come ha chiosato Rita Mazza, “per un non udente restare in silenzio significa guardare negli occhi l’altro, concentrarsi su chi si ha davanti”.

Qui il programma completo.

Michaela Molinari