di Ida Farè
regia di Aldo Cassano
visto al Teatro dell’Arte / Crt Milano_4-15 febbraio 2015
Chi erano gli uomini e le donne che negli anni di Piombo presero parte alla lotta armata? Cosa ne è stato della loro ribellione? A questo interrogativo cerca di rispondere Figli senza volto, una produzione firmata Animanera e Crt Milano, in scena per la regia di Aldo Cassano. Al centro dello spettacolo, tratto dal racconto Come voi di Ida Farè, la quotidianità di una coppia di terroristi, che vivono in un casermone della periferia di una non precisata città del Nord. Una vita banale e uguale a quella di tanti altri, fatta di sveglie, piatti nell’acquaio, vestiti da stirare, cene davanti alla tv e giradischi sintonizzato sulle novità del momento. Dietro questa apparente normalità i gesti di un’intensa Natascia Curci, sola sulla scena, ci svelano poco alla volta l’esistenza clandestina della protagonista e del compagno: la sorveglianza ossessiva dei vicini, l’ascolto dei passi e di ogni rumore sospetto, l’ansia di nascondersi dalla polizia. E, soprattutto, l’isolamento totale imposto dalla scelta della lotta armata.
Vestita come un’insospettabile casalinga, la giovane donna si aggira per le edicole di zona e, barricatasi tra le mura domestiche, ritaglia dai giornali con religiosa cura fotografie di volti senza nome, di identità inghiottite dall’anonimato. Incolla, quindi, queste immagini una a fianco all’altra come a restituire loro una seconda vita, e con essa, una possibilità di riscatto. A questi uomini, figli della società del benessere e della crescita economica, che tentarono “l’assalto al cielo” e si unirono alla causa delle Brigate Rosse, lo Stato ha sottratto volti, nome e storia, bollandoli sotto la generica etichetta di ‘terroristi’.
A separare la platea dalla claustrofobica stanzetta in cui si svolge l’azione è uno schermo-sipario trasparente, sui cui scorrono frammenti televisivi di repertorio: dalle accattivanti réclame pubblicitarie dell’epoca ai gorgheggi di Mina nei varietà dei sabato sera, dalle dettagliate previsioni metereologiche del colonnello Bernacca alle sigle Rai di fine programmazione. L’effetto è provocatorio e dissonante: quasi il clima di sangue e di violenza fosse conseguenza naturale di quel rassicurante (ma forzato) ottimismo che vediamo sullo schermo.
La giovane militante rivendica peraltro un protagonismo consapevole anche alle donne brigatiste, giudicate troppo spesso come semplici banderuole, in balia delle volontà e decisioni di compagni o mariti. Lontana da qualsiasi intento di mitizzazione o demonizzazione, la compagnia milanese con questo lavoro intende riaprire una pagina ancora dolente della cronaca italiana e farci riflettere sulla necessità di una lettura critica non superficiale. E Figli senza volto conferma ancora una volta l’impegno di Animanera in tematiche di impegno, spesso evitate perché ritenute scomode o sconvenienti: un’indagine senza sconti delle zone d’ombra e delle pieghe oscure della nostra società. Il più lontano possibile dai vari Grandi Fratello, Affari tuoi e La prova del cuoco, le cui immagini chiudono provocatoriamente lo spettacolo.
Alessandra Cioccarelli