di Shen Wei Dance Arts
Visto a Teatro degli Arcimboldi _ Milano 20-21 febbraio 2015

A solo un mese dalla data milanese di Akram Khan, il teatro degli Arcimboldi torna a ospitare una star internazionale della danza contemporanea, il coreografo Shen Wei con il dittico FoldingCollective Measures. Artista poliedrico, Shen Wei è al contempo coreografo e scenografo; e la duplice prospettiva emerge come un filo rosso in entrambi i tempi unici, pur diversissimi tra loro. A definire lo spazio scenico sono i movimenti dei danzatori, precisissimi, ma anche decisi segnali visivi che incorniciano, letteralmente, la coreografia.

Inizia così Collective Measures: lo sguardo dello spettatore si muove tra il palco e uno schermo a esso sovrapposto, con il filmato dei movimenti dei danzatori, quasi a volerci interrogare su quale sia lo spazio in cui ci muoviamo, come suggerito dal titolo. Il gioco di sguardi lascia presto il posto a un altro gesto definitorio. Al centro del palco viene posata una tela, sulla quale, contando fino a dieci, una figura femminile si dipinge, il colore si fa movimento. Dall’ingresso in scena dei compagni e fino alla fine, la partitura coreografica è scandita dai tentativi di trovare, nel movimento, la giusta distanza, il modo di con-vivere nello spazio. Ed è nella ricerca di un ultimo movimento compatto – e di una fluidità impressionante – che sta il senso del passaggio dall’assolo della ballerina, alla coppia, al gruppo.

In Folding non è più l’elemento umano a definire gli spazi, ma un enorme fondale che riproduce un acquerello cinese tradizionale, con graziosi pesci neri e ideogrammi rossi in campo verde acqua. Ed è, in effetti, il dato cromatico la dominante di Folding: perché su quel fondale, come ne facessero parte, entrano uno a uno i danzatori, il cui corpo è stilizzato da un turbante che ne allunga il capo e uno strascico in seta, rosso o nero, che finisce per sembrare la coda di un pesce. I danzatori della compagnia confermano il loro talento, guizzando sul fondale, scomponendo all’infinito i movimenti. L’acquerello statico, essenziale, tradizionale, si anima così di un movimento che sfrutta appieno le possibilità espressive della danza contemporanea.

La danza di Shen Wei costruisce immagini sorprendenti, atmosfere rarefatte, percorsi di narrazione non lineari. Per questo richiede – e non è scontata la risposta positiva del pubblico – una fruizione lenta, il gusto di fermarsi e osservare. Come in una poesia dai versi liberi eppure misuratissimi.

Sara Sullam