Alessandra Duglio è anzitutto una cittadina. Ha partecipato attivamente alla rinascita di NoLo a partire dal 2016, quando tutto è cominciato da una pagina social. Deve essere una donna dalle infinite risorse, perché in lei si sovrappongono almeno quattro ruoli a dir poco impegnativi: impiegata, madre di tre figli, organizzatrice di NoLo4kids (assieme a Alessandro Magni, Chiara Rossattini, Maria Grazia Allegra) e fondatrice (ancora con Alessandro Magni) della prima sezione ANPI di NoLo 10 Agosto 1944. Dove si trova la forza per fare tutto questo? Dagli altri, e in particolare dalle persone del quartiere.

Mai come in questa occasione, vedendo tutte le attività che porti avanti, bisogna partire dall’inizio. Qual è stato il tuo inizio?

31 ottobre 2017. Quando, avendo tre figli, mi sono trovata a organizzare un Halloween – sì, come quello che fanno in America. In quell’occasione ho pensato di creare un gruppo informale insieme ad altre persone – non solo genitori. E lo abbiamo chiamato NoLo4kids: qui da noi, l’avrai capito, ci piace dare i nomi alle cose, ma noi non lo facciamo per questioni commerciali, ci crediamo veramente! E infatti la prima manifestazione di NoLo4kids è stata… NoLoween! Abbiamo preso accordi con una serie di commercianti della zona e abbiamo invitato bambini, genitori e tutti coloro che volevano a fare una sorta di parata in maschera, di porta in porta, per il classico “dolcetto o scherzetto?”. C’è stata una buona risposta, con una cinquantina di bambini con genitori al seguito. Da quel primo gruppo, ora siamo cresciuti addirittura a quattro gruppi diversi che marciano in varie zone del quartiere. Oggi al NoLoween siamo in duecento ed è aumentato anche il numero di negozi che partecipa all’iniziativa. E poi abbiamo creato BefaNoLo, CarnevaNoLo, e una serie di manifestazioni che celebrano le stagioni e altre feste, come la fine del Ramadan. Grande successo ha avuto il Natale al Trotter, una serie di percorsi per i bambini.

Il nostro segreto? È tutto inclusivo, gratuito e soprattutto divertente! Quanto a noi organizzatori di NoLo4kids, rientra tutto nella vita quotidiana del quartiere: anzi, scherzando, ci diciamo che facciamo le riunioni fra di noi solo per fare aperitivo! Abbiamo ricreato un’amicizia all’interno di una città che non sempre te la offre: un conto è essere genitori di alunni della stessa classe, un conto è essere amici! 

Dici NoLo e pensi subito agli aperitivi, alle feste multiculturali e un quartiere in continuo cambiamento. Che c’entrano i bambini in tutto questo?

La vita di quartiere ci ha aiutato tantissimo: a NoLo si conoscono tutti e siamo tutti molto attivi, nonostante la sua eterogeneità. Infatti noi collaboriamo con tante altre realtà di NoLo, oltre che di Milano. Il quartiere ha avuto una fortissima evoluzione negli ultimi anni e questo ha riguardato anche i bambini: c’era molta meno risposta alle feste quando abbiamo cominciato, adesso invece quasi ogni weekend puoi trovare una manifestazione, uno spettacolo, un laboratorio, eccetera. Ai bambini abbiamo dato un momento di festa, che invece altri gruppi “per adulti” non davano. Quando tutto è nato è cominciato anche con la ricerca di questi spazi per i bambini. Ad esempio, il primo NoLoween è nato perché i miei figli volevano festeggiare, ma il mio condominio era pieno di persone di una certa età, allora ho deciso di portarli fuori. E ho cominciato dai miei vicini, quelli con cui andavo a fare colazione il sabato. Bambini e genitori raccontano un volto di NoLo al di là delle narrazioni di questo quartiere. Tra l’altro i bambini rappresentano perfettamente lo spirito multiculturale di NoLo. C’è un murales al parco Trotter che dice “Nella mia scuola nessuno è straniero”.

Qual è l’anello di congiunzione fra la madre, l’organizzatrice per NoLo4kids e la fondatrice della sezione di quartiere dell’ANPI?

Oltre alla passione, credo che si tratti di un lavoro di “restituzione”, anzitutto al quartiere. Del resto, è il senso del volontariato e qui a NoLo si sente tanto. Più nello specifico, se devo trovare una congiunzione fra NoLo4kids e l’ANPI di NoLo è nel loro sentimento profondamente antifascista (anche per fondazione). E poi sicuramente le persone, lo scambio di idee nel quartiere. Per questo motivo fondare l’ANPI di NoLo, nel gennaio 2020, è stato facile e bello allo stesso modo in cui abbiamo creato NoLo4kids. E nonostante la pandemia, non ci siamo persi d’animo.

Che senso ha oggi, e a maggior ragione in un periodo di pandemia, fondare una sezione dell’ANPI? E soprattutto, come fate a parlare alle nuove generazioni che popolano NoLo?

Non pensare che parliamo solo della Resistenza italiana! Ci occupiamo di tante “resistenze” del mondo contemporaneo, come quella femminile o come quella del mondo LGBTQ+. In effetti abbiamo un’età media molto bassa per essere un’ANPI, con moltissime donne. Siamo una sezione con tante particolarità e un’identità molto forte. Mi vengono in mente due presentazioni di libri: una era dedicata alla resistenza palestinese di questi ultimi anni; nell’altra si presentava un libro che racconta la storia di una squadra di calcio femminile nata a Milano negli anni ’30 e subito chiusa, perché le donne non potevano giocare a un sport da uomini. In un certo senso hanno sfidato il duce. Tra l’altro, nel quartiere c’è una squadra di calcio femminile. Insomma, non abbiamo paraocchi. Ed è quello che mi auguro sempre per il futuro di ANPI di NoLo: promuovere nuove forme di resistenza, soprattutto nel senso dell’inclusività. E in questo senso NoLo è il quartiere perfetto per andare in questa direzione. Basta guardare il FringeMI!

Immagina che fra quarant’anni sarai la regista di un film dedicato al tuo quartiere: come inizia?

Tra quarant’anni ne avrò quasi novanta, quindi andrò col bastone al parco Trotter. Comincerebbe lì il mio film su NoLo, dal cuore del quartiere, con una panoramica dall’alto. E poi, siccome il Trotter compie quest’anno cento anni, mi sto immaginando una serie di persone di generazioni diverse che camminano insieme. E si tengono la mano.

Riccardo Corcione