Hrafnhildur Hagalìn (classe 1965) è il nome della seconda autrice di cui ci occupiamo in questo focus sulla drammaturgia islandese. Per quanto impronunciabile, non è del tutto ignoto al pubblico italiano, dal momento che, in libreria o in biblioteca, lo si può facilmente trovare scritto sopra il titolo Io sono il maestro, opera prima della drammaturga, edita da Iperborea. E la presenza di Hagalìn nel catalogo di una importante casa editrice stupisce non poco, poiché laddove oggi è difficile pubblicare opere teatrali di autori italiani, ancora più difficile è pubblicarne di stranieri, sovente meno conosciuti e a volte neppure rappresentati nel nostro paese. 
Come se non bastasse, aggiunge stupore il fatto che a pubblicare questo testo, premio della Critica Islandese nel 1991 e premio Scrittori di Teatro Nordici nel 1992, sia stata non una casa editrice specializzata in drammaturgia ma Iperborea, il cui raggio di ricerca di titoli, generi e autori è vasto quanto la Scandinavia (e non solo).
Date queste premesse, è evidente che Hagalìn sia una tappa dovuta nel nostro viaggio teatrale fra i ghiacci dell’Islanda. Il testo che presentiamo è Guilty (nella versione inglese che abbiamo letto), Sek in islandese e Colpevole in italiano, opera del 2013 vincitrice del Nordic Drama Price Train nel 2014.

Locandina di Sek (Guilty) per il  Menningarfélag Akureyrar di Akureyri, 2013

La storia, attinta a piene mani dalle trascrizioni di un processo del 1837, ruota attorno a tre personaggi-fantasmi che, dal XIX secolo, travalicano la barriera del tempo per presentarsi al pubblico vagando per lo spazio scenico, rivivendo la tragedia che li ha portati alla morte. Una processione che dura, forse, solo la durata dello spettacolo, forse tutta l’eternità.
I loro nomi, come la cronaca tramanda, furono e sono: Jón, Jórunn e Fridfinnur ed insieme sono i vertici di un classico triangolo amoroso. Jón, fattore, sposa Jórunn e con lei si trasferisce nelle lande settentrionali dell’Islanda per gestire in autonomia una piccola fattoria. Ma la terra ghiacciata e a tratti inospitale necessita di un paio di mani aggiuntive per essere accudita e lavorata; così Jón assume il lavoratore agricolo Fridfinnur, che diviene presto amante di Jórunn e forse padre di alcuni dei suoi figli. 
Eppure la colpevolezza a cui il titolo fa riferimento non si annida nell’infedeltà di Jórunn e, per quanto il testo si stringa ricorsivamente attorno al rapporto fra lei e Fridfinnur, si respira nell’aria della scrittura di Hagalìn un peso nascosto fra le reticenze e le interruzioni nelle parole dei protagonisti. La macchia, il delitto efferato che si fatica a pronunciare, coinvolge direttamente un quarto, piccolo, personaggio che gira irrequieto fra i tre adulti. È Gudrùn, figlia di otto anni di Jórunn e (forse) di Jon. Figura fugace, è sul suo silenzio, e su quello che piomba fra gli altri tre ogni volta che si arriva a parlare di lei, che bisogna agire per ritrovare l’atto violento che ha condannato le anime a un’eterna irrequietezza. 

Ad aiutare lo spettatore nella ricerca della verità, Hagalìn affianca ai quattro un altro personaggio, anonimo, individuato emblematicamente dalla sua funzione: il Narratore, quinto e ultimo attore in scena che porta su di sé il peso maieutico di guidare lo spettatore all’interno e attraverso la storia dei quattro spiriti. Si ha però a tratti l’impressione che il pubblico non sia l’unico beneficiario del lavoro di indagine del Narratore: forse gli spiriti stessi hanno inconsapevolmente dimenticato o volontariamente nascosto i tasselli della storia che li ha portati alla morte.

Narrator Narratore
they say ghosts will walk Si dice che i fantasmi si aggirino
for nine generation after death per nove generazioni dopo la morte
if they are full of devilry se sono pieni di malvagità
if they have unsettled business se hanno degli affari irrisolti
Jórunn Jórunn
What did we leave unsettled? Cosa abbiamo lasciato di irrisolto?
Narrator Narratore
the higher powers have drown a circle gli alti poteri hanno disegnato un cerchio
around the place where the farm once stood attorno al luogo dove un tempo c’era la fattoria
and no-one dares go near e nessuno osa avvicinarsi
 because they seek incarnation perché i fantasmi cercano di incarnarsi
through living souls to tell their story  in anime vive per raccontare la loro storia
Gudrùn Gudrùn
Where are we Dove ci troviamo
Narrator Narratore
If you would listen Se tu ascoltassi

Il percorso di ricerca che il Narratore costruisce è faticoso, fatto di continue ripetizioni di lessico e situazioni. Pone più volte un’identica domanda a uno dei personaggi per controllare, sembrerebbe, la congruenza della sua nuova risposta con quelle precedenti. Poi rivolge la stessa domanda a qualcun altro. Chiede di reiterare le descrizioni di una stessa giornata o di uno stesso luogo a più persone e, anche in questo caso, più volte alla stessa. Ascoltando gli interventi del Narratore tornano alla mente le chanson de geste dei cicli medievali, con le stanze che si ripetevano identiche per tutto un poema. Tanto che si avrebbe il desiderio di definire il testo un racconto epico, se non fosse che la storia non è quella di gesta collettive di dei ed eroi. Ma rimane la sensazione che la figura del Narratore sia in bilico fra quella di un bardo cantastorie, forse unico custode della verità che fatica a trasparire dalle voci dei protagonisti, e quella di un inquisitore, avvocato dell’accusa incaricato dall’autorità a trovare i colpevoli – al plurale perché per tutto l’arco processuale le accuse paiono moltiplicarsi, confondersi con nuovi tasselli della storia che vengono di volta in volta mostrati al pubblico. Si sta indagando sul tradimento di Jórunn? Si sta cercando di stabilire la paternità dei suoi figli? Oppure si indaga sulle violenze commesse da un marito tradito? A suggerire questa possibilità vi è la domanda più volte ripresa: «How has your husband treatred you?» (Come ti ha trattato tuo marito?). O sono forse altre le violenze che hanno avuto luogo?

Guilty. Regia di Ingibjörg Huld Haraldsdóttir, per il Menningarfélag Akureyrar di Akureyri, 2013

La ricerca della verità è un’operazione simile alla spoliazione di una cipolla. Il silenzio è quello di chi conosce fin troppo bene la storia ed è stato condannato a riviverla, sera dopo sera, spettacolo dopo spettacolo: perciò si fa ricco di significati, a cui il pubblico si sente estraneo e che cerca di decifrare. Ma è anche il silenzio della natura dentro cui le storie affondano e si sono incastonate. 
La scena, così come il paesaggio, dovrebbe essere fredda, brulla, desolata. Dovrebbe ricordare l’esistenza stessa dei personaggi, come anche la ricordano le loro parole, che sono poche e ripetute lungo tutto il testo. 

La parola, così come la immagina Hagalìn, ha l’obbligo di rimbombare sulla scena, di ampliarsi nella semplicità degli oggetti comuni, di riverberare dal palcoscenico alla platea e tornare alle orecchie di chi l’ha pronunciata mostruosamente ingigantita. Per questo le frasi sono brevi, pensate per riecheggiare, pronte per posarsi dalla bocca di uno a quella dell’altro, ripetute sempre uguali ma mai portatrici dello stesso significato, come se ogni voce tentasse di dar loro un colorito proprio, una versione del mondo e della vicenda, della verità quindi, in qualche maniera divergente da quella altrui. E i personaggi lo fanno senza ricorrere a sinonimi o perifrasi, ma fermandosi a quel piccolo dizionario che l’autrice dona loro: un vocabolarietto che si fa estremamente vario e preciso quando si esce dal lessico umano e ci si rivolge al mondo naturale. Affollano le pagine nomi di razze di uccelli, termini per riferirsi alla terra, alla pioggia e al vento. Come se la natura, di gran lunga più complessa dell’umanità, godesse anche di una univoca limpidezza terminologica che a noi è negata.

Narrator Narratore
The ground is jagged and bestrewn with tussocks and ridges Il terreno è frastagliato e cosparso di ciuffi d’erba e crinali
The soil is shallow and barren Il suolo è basso e brullo
Except in the fields just south of the lake Tranne che nei campi appena a sud dei laghi
Rifshædavötn Arnarvötn Ædarvötn Fiskivötn Rifshædavötn Arnarvötn Ædarvötn Fiskivötn
There was trout in the waters and plenty of fow Là c’erano trote nell’acqua e molti volatili
Plenty of fowl  Molti volatili
The screeching of birds Lo stridio degli uccelli
When were you first aware that your wife Quando hai saputo per la prima volta che tua moglie
Was unfaithful to you in wedlock  Non ti era fedele nel matrimonio
Jón Jón
Eight years ago  Otto anni fa
Jórunn Jórunn
I can’t remember that far back Non riesco a ricordare così indietro nel tempo
Can’t remember a thing Non riesco a ricordare nulla
 I had to have him Dovevo averlo
beat pausa
what was it the smell or the softness cos’era l’odore o la delicatezza
his strength when he thrust on top of me la sua forza quando spingeva sopra di me
splitting me in two dividendomi in due
I waited and watched him l’ho aspettato e l’ho guardato
he didn’t know I was there non sapeva che fossi là
I looked on as he caught the bird  l’ho osservato mentre catturava l’uccello
 twisted its wings back gli tirava indietro le ali
until something snapped finché qualcosa non si è rotto
and something snapped in here as well e qualcosa si è rotto anche qu
I didn’t see what he did next because he non ho visto ciò che ha fatto dopo perché lui
had his back to me but then suddenly the bird was dead mi dava la schiena ma all’improvviso l’uccello era morto
his hands all covered in feathers and blood le sue mani interamente coperte di piume e sangue
then he turned around and saw me poi si è girato e mi ha visto
I felt as if someone was watching mi è sembrato che qualcuno stesse guardando
but there was no-one I glanced around ma non c’era nessuno mi sono guardato attorno
I saw no-one  non ho visto nessuno
and also another time e anche un’altra volta
another place behind the house some days later in un altro posto dietro la casa alcuni giorni dopo
he was standing at a distance smoking and looking era in piedi lontano mentre fumava e guardava
towards the farm verso la fattoria
And I wondered whether he would turn back E io mi domandavo se si sarebbe girato
whether he’d had a change of heart  se avesse cambiato idea
my heart was hammering the children were inside il mio cuore batteva forte e i bambini erano dentro
and he walked towards me ha camminato verso di me
snatched at me ha cercato di afferrarmi
as soon as he could and grabbed me non appena ha potuto e mi ha presa
grabbed me down there pressed me up mi ha stretta là sotto e mi ha spinto contro il muro
and covered my nose and mouth I closed my eyes e mi ha coperto il naso e la bocca io ho chiuso gli occhi
and felt him pierce all the way through penetrate everything e l’ho sentito spingersi tutto dentro penetrando ogni cosa
as if all my organs were splitting from his force come se tutti i miei organi fossero stati spaccati dalla sua forza
 he was going at it like a mad beast lo stava attaccando come una bestia folle
then suddenly he stood still poi all’improvviso si è fermato
pressed against me then parted from me stretto contro di me poi si è allontanato
let go of me and I collapsed mi ha lasciato andare ed io sono crollata
slid down the wall of the house my back ho fatto scivolare contro il muro di casa la mia schiena
and my behind all cut and bloodied e il mio sedere tutto tagliato e sanguinante
he walked away  lui se n’è andato
I ran after him  gli ho corso dietro
but he pushed me away gazed across the land ma mi ha spinto via ha guardato la piana
smoked and spat through his teeth ha fumato e ha sputato fra i denti
 sniffed at the wind as though he could smell something ha annusato il vento come se avesse potuto sentire qualcosa
but he said nothing never said anything ma non ha detto nulla non ha mai detto nulla
he was like an animal era come un animale
you are like an animal sei come un animale
silence silenzio

La scrittura poetica predilige il verso libero alla prosa e ricorda, per situazioni, quella dei poemi romantici, come The Rhyme of the Ancient Mariner di Coleridge. Anche qui è presente il mare, con la sua forza, a cui gli uomini si legano e che gli uomini sfidano; ritorna anche, dal poeta inglese ad Hagalìn, la scena dell’uccello ucciso con gratuita violenza (che a sua volta richiama l’Albatros di Baudelaire), che rimanda a qualcosa di simbolico e di universale, come sempre accade quando si affronta la natura, quando lo stile è semplice e i termini sono precisi, quando gli spazi sono vasti ed il secolo è il XIX. Un secolo, quello in cui si ambienta Sek, lontano dal nostro, con usi e costumi diversi dai nostri, ma dentro cui agiscono e vivono persone sempre uguali. Siamo noi i quattro protagonisti della cronaca. Non c’è bisogno di radicarsi nella contemporaneità per sondare l’essere umano. La brutalità, il senso di colpa e l’ostinata e menzognera giustificazione di sé e dei propri affetti di fronte alle più crude situazioni, sono universali ed eterni.

Gianmarco Marabini


Glossario finlandese

Verità [Sannleika]

Ciò che è vero. L’ambizione di molti è riuscire a individuare una verità oggettiva. Purtroppo, il più delle volte, la verità sa essere abbastanza soggettiva da diventare come il gioco della Settimana Enigmistica Trova le differenze. C’è poi chi, cantando, dice che la verità faccia male. In tali casi essa può divenire a tal punto soggettiva da essere chiamata da terzi in altri modi: scudo, paraocchi, trincea.

Il testo, grazie al progetto Fabulamundi, può essere richiesto con una mail a [email protected]

La traduzione dei brani riportati è di Gianmarco Marabini