2-7 ottobre 2013
tratto dal testo di Paolo Sorrentino (ed. Feltrinelli)
con Iaia Forte
musiche di Pasquale Catalano  eseguite da Fabrizio Romano
scene Equipe di Scena/Napoli – elementi scenici Katia Titolo
aiuto regia Carlotta Corradi
disegno luci Paolo Meglio
foto di scena Rocco Talucci

 

Iaia Forte veste i panni di un uomo: Tony Pagoda l’antieroe cantante di successo cocainomane e disperato del romanzo di Paolo Sorrentino Hanno tutti ragione edito da Feltrinelli.  Lo spettacolo è concepito come un concerto, in cui i pensieri del cantante nascono nell’emozione di esibirsi davanti a Frank Sinatra, al Radio City Music Hall. In una sorta di allucinazione del sentire provocatagli dall’alcool e dalla cocaina, Pagoda, mentre canta, è attraversato da barlumi di memoria, illuminazioni di sé, “struggenze” d’amore, sarcastiche considerazioni partorite tra le note delle canzoni, dove la musica che accompagna la performance dialoga con le parole stesse usate come una partitura.

L’idea di mettere in scena il protagonista del romanzo di Sorrentino mi è venuta per innamoramento. Avevo letto in pubblico due capitoli del libro a Fiesole, e il piacere di incarnare Tony Pagoda e di dare suono alla bellissima lingua del libro è stato tale, che mi ha fatto desiderare di farne uno spettacolo. Questo cantante cocainomane, disperato e vitale, è una creatura così oltre i generi che può essere, a mio avviso, incarnato anche da una donna. Mi piace immaginare che il ghigno gradasso di Pagoda nasconda un’anima femminile, una “sperdutezza”, un anelito ad un’ “armonia perduta”.

Iaia Forte

Tony è un vulcano in eruzione, un filosofo della sottocultura: “In ultima analisi, dico io, la vita è una meravigliosa rottura di coglioni. Ma su cosa dobbiamo concentrarci? Sulla rottura di coglioni? O sul favoloso? I comodi si adagiano sulla rottura di coglioni. Li rassicura. Come il telegiornale delle otto. Gli altri, li vedi, si catapultano in strada a tutte le ore, valicano la notte, avidi e nevrotici, spaesati ma concentrati. Cercano il favoloso. E non lo trovano. Perché lo hanno già vissuto.” Abita una vita eccessiva e mediocre, lussuosa ma povera, Tony. Ha un’opinione crudele per tutto e per tutti. La moglie: «Quindici anni fa, con mia moglie, si scopava da bufali. Ora è un oggetto d’arredamento»; la gente: «La gente, quest’articolata organizzazione umana che crede sempre di sfilare sull’orlo di un precipizio senza ritorno, mentre si sta solo trascorrendo la vita. Confondono la monotonia col disastro. Un errore comune»; i sentimenti: «L’uomo, si sa, è come la Coca-Cola. Basta scuoterlo un po’ e attacca a spruzzare di tutto. Sangue e sentimenti. Calore e risentimento. Tutto di fuori». E sarà il girotondo monotono di stati umorali altalenanti a fargli capire che qualcosa è cambiato. E allora via, un taglio netto con tutto e tutti. Soprattutto con se stesso.