Dopo mesi di confinamento domestico e la conseguente scomparsa del ruolo sociale dell’architettura, far entrare numerose persone, estranee, fra le pareti e gli ambienti di uno spazio privato, potrebbe essere già definito un tentativo di guarigione.

La performance healing interventions for domestic wounds di Valentina Medda interpreta il tema della cura attraverso la pratica dell’agopuntura, che qui si pone al servizio di un organismo architettonico: gli aghi, che conficca con tecnica sapiente dapprima nelle pareti esterne del palazzo, tra i bottoni del citofono, e poi tra le mura di un elegante appartamento privato, guidano gli spettatori in un percorso di prossimità con le proprietà permeabili del corpo-casa.

Dopo due piani di scale, varcata la soglia, un salotto avvolto nella penombra si trasforma nella materia di lavoro: come un chirurgo Medda illumina di volta in volta i punti su cui andrà ad operare. Dal sottodavanzale, la sequenza di agopunture si concentra in un angolo occupato da una pianta: gli angoli, nelle scienze dell’architettura civile, sono considerati luoghi di accumulazione di energie basse, d’aria malsana, che impediscono la circolazione naturale delle correnti. Per questa ragione, quando inevitabili, sono riempiti con manufatti e organismi in grado di trasformare la negatività: ad esempio, nelle case contadine russe, è il luogo dove si è soliti appendere le icone.

Man mano che gli spilli puntellano le pareti in ogni direzione (lungo lo stipite della porta, attorno alle librerie…), essi rivelano un’ambiguità: l’arma che pungola e ferisce è la stessa che sostiene la struttura, facendola apparire più solida. Ci si interroga, allora, sull’ineluttabilità del legame tra dolore e cura: devono coesistere non solo consequenzialmente, ma anche nel momento stesso in cui viene somministrato il farmaco?

La messa in salute della pelle della casa, un cambio di muta necessario grazie al quale far traspirare nuovi umori, viene condiviso insieme nel silenzio di una dimensione privata, al contempo teatro di un atto pubblico: manifesto alla scomparsa definitiva di una condizione di isolamento e di chiusura.

Nadia Brigandì e Giuseppe Mongiello

foto di copertina: Martina Rosa


Questo contenuto è parte dell’osservatorio critico Raccontare le alleanze