Non piace ammetterlo, ma è una tendenza del tutto umana quella di sottomettersi al controllo altrui, ai soprusi e alla corruzione. E alla violenza? Anche. Un’inclinazione dettata a volte da disperazione o spirito di sopravvivenza, spesso solo da pigrizia e debolezza morale. E Jordi Casanovas, drammaturgo e regista catalano di spicco degli ultimi anni, dimostra quanto sia facile cedere alla coercizione. È infatti questo che accade nel suo IDIOTA, in scena fino al 15 marzo al Franco Parenti con la regia di Roberto Rustioni (Premio Ubu 2011).
Una piccola stanza, al centro una scrivania con un computer e una poltrona in pelle. Lì accanto una seggiola e un piccolo banco con sopra appoggiato un microfono. Potrebbe essere uno studio medico, eppure l’atmosfera è poco rassicurante. Una giovane dottoressa in camice bianco, apparentemente gentile e accomodante, fin dalle prime battute conduce con fermezza il botta e risposta con un uomo piuttosto nervoso e impacciato, che maldestramente tenta di mascherare il proprio disagio. Pur essendosi presentato di sua spontanea volontà, l’uomo non sa infatti quale sia esattamente il motivo per cui si trovi lì. Gli è stata promessa una lauta ricompensa in denaro, e lui ha accettato, ma quello che si prospettava un semplice test psicologico-comportamentale, si rivela essere un gioco al massacro.
È così che la dottoressa, interpretata con efficacia da Giulia Trippetta, inizia a mettere al muro le fragilità e gli errori dell’uomo, il quale, domanda dopo domanda, comprende di non avere più scampo. Giudicato per ogni suo gesto, ricattato per ogni risposta sbagliata , terrorizzato con videoproiezioni che sembrano uscite da una non lontana distopia; Rustioni, interprete oltre che regista, incarna la perfetta cavia della società moderna con la giusta dose di claustrofobia e consapevolezza, facendoci avvertire tutta la sua disperazione. IDIOTA si rivela allora come una sorta di dark comedy, le cui tinte noir trasformano la superficialità iniziale del protagonista in indignazione e poi in ribellione: le domande della piéce cambiano veste, si pongono sotto una luce diversa, più complessa e impietosa. Quando sono in gioco i valori della vita, la famiglia, il denaro, quanto siamo in grado di ribellarci al sopruso? L’IDIOTA del titolo si manifesta finalmente per quello che è: un acrostico programmatico dal significato nascosto. Indagine per la Determinazione dell’Indice dell’Obbedienza e della Tolleranza all’Autorità.
Il pubblico viene coinvolto fin dall’inizio in questa querelle umana dai risvolti morali. Non solo è palese la denuncia della società contemporanea, ma diventa man mano evidente anche il dilemma-fil rouge che percorre tutto lo spettacolo: cosa serve per risvegliare in tutti noi il senso di responsabilità e l’integrità, necessari per opporsi al controllo e agli schemi precostituiti che dominano le nostre scelte? “Nella domanda c’è tutto quello che serve per la risposta: basta pensare fuori dagli schemi”, avverte la dottoressa confondendo il protagonista e, insieme a lui, lo spettatore. Potrebbe essere proprio questa la chiave di lettura, il giusto punto di partenza per riappropriaci della nostra coscienza. Ne saremo davvero capaci?
Giulia Maria Basile
IDIOTA
di Jordi Casanovas
traduzione di Francesca Clari in collaborazione con Francesco Fava
con Roberto Rustioni e Giulia Trippetta
regia Roberto Rustioni
una produzione Fattore K
in collaborazione con “Fabulamundi.Playwriting Europe” e AssociazioneOlindaProduzione