Il fondale bianco si tinge di azzurro ghiaccio, le luci frontali illuminano le stampe che pendono dall’alto. Ancor prima dell’ingresso degli attori, sono i ritratti rosso sangue dei maggiori politici contemporanei ad accogliere lo spettatore. Saranno questi gli unici elementi della scenografia.
Il tipo di terrorismo raccontato da Brucia L’Europa nasce da storie e immagini drammaticamente reali e si articola in cinque quadri: i primi tre scritti dal regista Mario Gelardi, gli altri due rispettivamente da Alessandro Palladino e Davide Pascarella. Due amici in fuga da un attentato terroristico; l’improbabile dialogo tra un attentatore, un’addetta alle pulizie e un pendolare nei sotterranei di una metropolitana; due coniugi romani incuranti del pericolo imminente, colti mentre trascorrono le vacanze su una spiaggia del Marocco; le reazioni dei giornalisti all’arrivo di un pacco bomba; infine la ricerca della giustizia, agita in un tribunale sui generis, di una vittima della strage di Utoya.
Tra un quadro e l’altro, alcune brevi sequenze indagano i dubbi e le ansie dell’opinione pubblica: gli attori ripetono così le frasi che, nei mesi più bui del terrorismo, hanno animato i salotti della tv italiana e internazionale, i leitmotiv da prima pagina di giornale. È in questi momenti che gli attori Vincenzo Antonucci, Mariano Coletti, Simone Fiorillo, Carlo Geltrude e Salvatore Nicolella restituiscono forza all’antica forma del coro, già insito nella scrittura, come strumento di identificazione con il pubblico che, in questo caso, dà voce agli estremismi, ai toni campanilistici e propagandistici dei mass media. Non a caso sono proprio questi brevi stralci di disinformazione, grotteschi ed esagerati, a suscitare maggiore ilarità nel pubblico.
Ricercando una recitazione particolarmente enfatica, veloce ed energica, Mario Gelardi riesce a dare una forma e una direzione univoca allo spettacolo. Questa coesione è testimoniata, ad esempio, anche delle scelte dei costumi di Alessandra Gaudioso: le polo rosse con il mirino giallo dell’opinione pubblica rappresentano la “persecuzione” di chi si sente costantemente in pericolo, prossima vittima del “terrorismo islamico”. Ma Brucia l’Europa decide di andare oltre e svela la propria natura di spettacolo contro tutti i terrorismi. Nel quadro finale viene proposto un esempio di attentato di matrice cristiana, a sottolineare quanto il terrorismo non sia un fenomeno inscrivibile alle frange estremistiche di una religione o di una cultura specifica, ma come esso possa manifestarsi in mille forme, luoghi e società diverse. Non esistono soluzioni, ci riscopriamo inermi davanti a queste minacce. Tutti, in ogni momento, potremmo essere vittime e carnefici.
Jasna Camilla Grossi
Brucia l’Europa
di Mario Gelardi, Alessandro Palladino, Davide Pascarella
regia Mario Gelardi
con Federica Aiello, Riccardo Ciccarelli, Annalisa Direttore, Alessandro Palladino, Vincenzo Antonucci, Mariano Coletti, Carlo Geltrude, Salvatore Nicolella
produzione Nuovo Teatro Sanità
Visto al Piccolo Teatro Grassi in occasione di Tramedautore
Questo contenuto è parte dell’osservatorio critico Trame d’inchiostro