Parlaci del tuo lavoro e della performance che proporrai a Hors…

La mia personalità artistica attinge dal teatro quanto dalla musica: ho alle spalle una formazione da percussionista e da attore, e dalla commistione delle mie passioni e competenze nasce la specificità dei miei lavori. Faccio spettacoli comici di body percussion in cui sono coinvolti più livelli: al centro delle esibizioni c’è il mio corpo, e gioco con ogni sonorità che può produrre, anche al di là dell’espressione vocale.
Non c’è una sola parola per descrivere Sbadabeng: è un mix di pretesti musicali, beatbox, sketch comici e accoglie diverse influenze, tra cui il mimo e la commedia dell’arte. Ne risulta una performance immediatamente coinvolgente perché corpo e riso accomunano tutti. L’arte comica ha il pregio di essere trasversale e inclusiva, a differenza di altre proposte artistiche che spesso mi sembrano criptate, accessibili solo a una piccola cerchia di intellettuali, e che per questo rischiano di risultare ‘masturbatorie’.

Come costruisci le tue performance?

Non ci sono molte parole nei miei spettacoli, che si compongono però di piccole drammaturgie nettamente distinte. Solitamente mi viene un’idea e comincio a provarla a casa mia; man mano che continuo a provare, e presento lo spettacolo di fronte a un pubblico, lo sento diventare più forte perché capisco cosa funziona di più e cosa di meno. Sono prima di tutto un percussionista, quindi la parte musicale è quella che mi viene più spontanea; la costruzione drammaturgica impegna più tempo e preparazione.

Collabori anche con altri artisti? E a quali modelli ti ispiri?

Collaboro spesso con altri musicisti, attori, performer. Ma quando, come in questo caso, eseguo una performance solista mi sento più coinvolto in prima persona perché sto presentando al pubblico tutto me stesso. Ho diversi punti di riferimento, da formazioni che praticano la body percussioncome gli Stomp e i Barbituques, al teatro comico di Dario Fo.

Cosa ti aspetti da HORS?

Vivo la mia partecipazione a HORS come un’occasione di incontro, di stimolo e di confronto. Questa è la prima volta che la mia performance viene presentata come un’installazione e sicuramente sarà in qualche modo diversa.

 

A cura di Chiara Carbone, Chiara Mignemi e Gianmarco Bizzarri