di Luigi Prada
La letteratura egiziana antica presenta una ricchezza di testi, generi e forme che le assegnano un posto di rilievo fra le maggiori letterature dell’antichità. Da più di un secolo ormai gli studiosi si domandano se fra questi generi letterarî sia identificabile anche un genere drammatico, che testimonî l’esistenza di un teatro nell’Egitto faraonico. I risultati di queste ricerche sono però stati fra loro molto discordi, né sono mai giunti a conclusioni inoppugnabili. L’articolo, che riporta anche numerosi stralci di supposti testi drammatici egizî, presenta una storia degli studî sull’argomento, offre una panoramica dello status quaestionis ed evidenzia alcuni punti sui quali sarebbe auspicabile che la comunità scientifica riportasse la propria attenzione. È da sottolineare come le analisi volte alla dimostrazione (o alla negazione) dell’esistenza di un genere teatrale egizio autoctono siano state da sempre viziate da una prospettiva classicista, che utilizza come termine di raffronto le caratteristiche del teatro greco, ritenendole pressoché universali e trascurando invece le peculiarità che l’esperienza teatrale ha avuto presso ciascuna delle civiltà in cui un teatro è fiorito. Se la presenza di vere e proprie forme teatrali nell’Egitto faraonico non è ad oggi dimostrabile, resta peraltro innegabile lo sviluppo di forme letterarie di stampo drammatico, connesse in modo particolare con la sfera del rito e della religione. È infine curioso notare come un Greco che visitò l’Egitto ai tempi dell’Atene classica, Erodoto, in un passo delle Storie sembri interpretare certi rituali egiziani come delle rappresentazioni sacre, dunque come una forma di espressione teatrale.