Instrument 1
COMPAGNIA ZAPPALÀ DANZA

Con questo spettacolo, il secondo del gruppo catanese in programmazione per MilanOltre, la Compagnia Zappalà porta in scena una Sicilia maschile e aggressiva. Colori intensi e sonorità disturbanti, realizzate da quattro diversi tipi di marranzano (o scacciapensieri) e acuite dalle voci dei danzatori, invadono il palco con una certa arroganza. La coreografia dei sette danzatori è coinvolgente, capace di esplorare quel mondo femminile, mistico e superstizioso, del sud Italia attraverso una riuscita parodia che non rinuncia a momenti di esplicita comicità… ben poco pudica e velata. Le luci si spengono. Poi uno stravolgimento: quelle che credevamo (con qualche dubbio) essere figure femminili si rivelano a luci accese uomini; i danzatori, sfoggiando corpi perfettamente scolpiti, rompono la tensione, eseguendo con ironia un balletto che ricorda uno spogliarello. Ma Zappalà e la sua compagnia hanno appena aperto un dialogo ancora lungo a concludersi. Solo ora emergono i veri protagonisti della scena: possenti corpi che si muovono trasportati dal suono psichedelico del marranzano. Quasi fossero comandati da un volere alieno, i danzatori ripetono gesti e movimenti che mettono in risalto la potenza e la virilità dei corpi. Sono solamente instruments, strumenti, soggetti a un controllo che va oltre il loro volere. Lo spettacolo si conclude con una dura dichiarazione di sicilianità, un monologo in cui a tanti “io sono” si contrappongono altrettanti “vorrei essere”, dando il via a una climax di gesti e movimenti che culmina, senza soluzione di continuità, con il fragore dell’applauso del pubblico.

Silvia Baldo 

Questo contenuto è parte dell’osservatorio critico MilanOltreView