La diffusione del circo contemporaneo all’interno e all’esterno delle sale teatrali è l’obbiettivo di Quattrox4, giovane associazione milanese nata proprio con lo scopo di creare uno spazio di formazione, fruizione e riflessione intorno a un settore artistico in Italia ancora marginale rispetto alla scena più nota. Fuori Asse Festival, organizzato in collaborazione con Cascina Martesana e realizzato presso l’omonimo Anfiteatro, si configura come un tentativo di avvicinare un pubblico solitamente non abituato alla frequentazione degli spazi teatrali più istituzionali, proponendo eventi internazionali di qualità totalmente gratuiti. Durante le giornate del festival (tenutosi dall’8 al 10 settembre) abbiamo incontrato Gaia Vimercati, responsabile della comunicazione e della progettazione culturale di Quattrox4.
Quattrox4 organizza festival sia in spazi teatrali come la Triennale di Milano, sia in luoghi aperti e con accesso gratuito come l’Anfiteatro Martesana. Quale idea di circo state cercando di delineare e trasmettere?
Per noi il circo rappresenta un linguaggio espressivo della scena equivalente a quello della danza e del teatro. In Francia, in Belgio e in Svezia lo stato dell’arte risulta molto più avanzato: in questi paesi, il circo contemporaneo si è diffuso a partire dagli anni Settanta, decisamente in anticipo rispetto all’Italia, dove ha iniziato a svilupparsi soltanto nei primi anni Duemila. Qui da noi chi si occupa di circo contemporaneo ha il compito di cercare di cambiare un’immagine stereotipica fortemente diffusa, di svincolare il circo da tutto ciò che l’immaginario tradizionale tende ad associargli. Noi di Quattrox4 cerchiamo di lavorare come mediatori tra il circuito teatrale istituzionale, in particolare quello milanese, e le compagnie circensi del territorio. Proprio per questo siamo anche un centro di produzione: il circo contemporaneo è un’arte complessa, un sistema a sé stante che necessita di sistemi produttivi propri.
Un altro aspetto fondamentale riguarda la creazione di un linguaggio specifico capace di raccontare, in maniera tecnica e adatta alle caratteristiche di questo settore, quanto avviene in uno spettacolo di circo contemporaneo. In questi anni, occupandomi della comunicazione di Quattrox4, ho cercato di costruire una narrazione che potesse prendere le distanze dai luoghi comuni, orientandomi invece verso l’adozione di un linguaggio tecnico mutuato dalla danza e dal teatro. Proprio il fatto che si tratti di un ambito così poco istituzionalizzato permette l’esistenza di una riflessione viva e fertile sulle scelte linguistiche e, di conseguenza, sugli elementi costitutivi della scena circense contemporanea che essi descrivono. Il circo è capace di inglobare in sé modalità di creazione diverse, processi differenti, linguaggi collaterali, e di farne uno strumento attivo di azione e creazione. È un’arte marginale e, proprio per questo, ancora fertile.
Come incide il luogo rispetto alla relazione con il pubblico e con ciò che gli si propone?
Il progetto En Plein Air ci ha permesso di sviluppare un festival capace di coinvolgere una parte di pubblico potenziale che altrimenti sarebbe rimasta esclusa. Abbiamo perciò deciso di creare due format differenti: a gennaio, negli spazi della Triennale, abbiamo realizzato Fuori Asse Focus, pensato per offrire una rassegna più sperimentale e radicale, adatta a spettatori già abituati alla frequentazione della sala teatrale; con Fuori Asse Festival, invece, abbiamo cercato di coinvolgere un pubblico più ampio, in spazi all’aperto come l’Anfiteatro Martesana, proponendo spettacoli più fruibili e accessibili, vicini all’arte di strada, una linea questa – non l’unica però – che sicuramente fa parte delle varie sfaccettature del circo.
Penso che la diffusione di spettacoli di circo contemporaneo abbia un potenziale significativo rispetto alla creazione di un legame diretto con il pubblico: per chi già conosce questo settore, la visione di messinscene circensi permette di ampliare scenari e possibilità creative. Tuttavia, poter fruire liberamente di uno spettacolo pubblico e gratuito permette realmente all’arte e alla cultura di manifestarsi: anche accidentalmente, un qualcosa che risulta degno di attenzione anche per chi la attraversa casualmente.
Come costruite il vostro pubblico e come coltivate questo rapporto?
Inizialmente spesso percepiamo una forma di pregiudizio e di diffidenza da parte dei fruitori di spettacoli di circo contemporaneo. Proprio per questo, negli anni, abbiamo sempre cercato di creare un rapporto di fiducia con coloro che frequentano i nostri corsi e che seguono, in generale, le attività proposte.
Così abbiamo iniziato a creare il nostro pubblico a partire dai soci sportivi che sono iscritti ai corsi di Quattrox4: invitiamo sempre chi viene da noi per fare sport a provare l’esperienza del teatro dal vivo. Abbiamo lavorato molto attraverso la relazione diretta per formare un legame con loro, cercando di realizzare gli spettacoli nella nostra sede, così da creare una continuità tra il luogo di allenamento e quello di fruizione. Un modo per noi necessario e funzionale di espansione del pubblico è infine legato alla creazione di eventi in collaborazione e partnership con altre realtà, in modo tale da sviluppare un’ibridazione di pubblici appartenenti a contesti differenti. È, questa, una grande possibilità di arricchimento artistico e personale.
Alice Strazzi
foto di copertina: Jacopo Casati
Questo contenuto è parte dell’osservatorio dedicato al progetto En Plein Air.