Sansepolcro _ 18-25 luglio 2015

Spazio di sperimentazione di modelli innovativi, il festival Kilowatt conferma anche con l’edizione 2015 la capacità di trasformarsi in un vero e proprio laboratorio di idee. Tra i primi a portare avanti percorsi di formazione dello spettatore (oggi parola d’ordine condivisa per bandi e richieste di finanziamento) i fondatori del festival di Sansepolcro proseguono a indagare nella stessa prospettiva, articolando le azioni di inclusione del pubblico con continuità e a diversi livelli.

La prima strada è quella percorsa fin dalla fondazione del festival: a prendersi la responsabilità della programmazione, a Kilowatt, non sono addetti ai lavori ma semplici cittadini. I Visionari – un gruppo di spettatori ‘volontari’, attivi tutto l’anno nel processo di selezione – sono ormai veri e propri esperti, che edizione dopo edizione hanno messo in discussione gusti e pregiudizi, confrontandosi con centinaia di video arrivati da tutte le parti d’Italia. I nove spettacoli in cartellone quest’anno (qui il programma) sono stati scelti in una rosa di 236 proposte, con una grande attenzione alla pluralità di forme e di linguaggi. La stessa prospettiva si registra nel resto della programmazione: si passa dalla danza di Zerogrammi e Antonella Bertoni alla drammaturgia stralunata dei Quotidiana.com, dal teatro ibrido di Andrea Cosentino fino al lavoro di scavo registico di Claudio Autelli. Negli ultimi giorni del festival i Visionari incontrano le compagnie e il pubblico, confrontandosi su poetiche e punti di forza dei diversi lavori.

E se Sansepolcro va ormai considerata una piccola ‘Repubblica’ dello spettatore (anche grazie alle attività del Centro della Visione, a cura di Capotrave e Laboratori Permanenti), oggi Kilowatt si prepara e esportare il modello e spalanca le porte all’estero: grazie alla vittoria di un bando Europeo, il progetto Be SpectACTive! punta a contaminare più di 1000 cittadini europei coinvolgendoli in processi di programmazione artistica entro il 2018. La tredicesima edizione del festival ha ospitato (il 22 luglio) la seconda conferenza internazionale legata al progetto, con esperti dalle università partner di Barcellona, Monpellier, Budapest e operatori da tutta Europa. Ma non basta: sabato 25 saranno i critici a parlare di formazione dello spettatore e di nuove strategie di comunicazione con il pubblico (convegno di Rete Critica, dalle 14). A conferma di come un festival sia (o debba essere) spazio condiviso di ricerca prima che vetrina di spettacoli, campo di relazioni accelerate più che semplice rassegna di prodotti di buona qualità.

Maddalena Giovannelli