Il coloratissimo giardino della Libreria Noi è inondato da una musica energica e ripetitiva, al di sopra della quale una voce computerizzata enuncia una serie di regole, necessarie ad avere successo con il pubblico più esigente: i bambini. Pochi istanti dopo, a prendere la scena è l’animatore di un villaggio turistico: nel suo monologo, delirante e frenetico, elenca tutto quanto è costretto a compiere, ogni giorno, per il proprio avvilente lavoro. Tomas Leardini racconta una quotidianità di plastica, di sorrisi costanti e saluti ipocriti, di una felicità forzata; ma rivela anche la propria ambizione a salire di livello il prima possibile, per occuparsi di bambini più grandi, quei pre-adolescenti che dovrebbero avere desideri più chiari e richieste più clementi. A Emile, l’animatore, la vita del mini club sembra quella di un accampamento militare in stile Full Metal Jacket: analoghe sono infatti le umiliazioni, e le prove da superare. Indossando un’inquietante maschera da pagliaccio, Leardini affabula seguendo il ritmo di una canzonetta: è anche questo un tentativo di assecondare le regole della comunità in cui è costretto a muoversi e dalla quale sarà ciò nonostante escluso. L’esito di un tale ostracismo non potrà essere nient’altro che una vendetta, il cui perseguimento condurrà Emile in un luogo di reclusione, un carcere o addirittura un ospedale psichiatrico.
L’uomo palloncino, scritto e diretto da Giulia Lombezzi, accetta la sfida di trattare la crudeltà dei bambini, così come la dimensione alienante e nonsense dell’industria dell’intrattenimento a loro dedicata. Frutto dell’esperienza personale della regista, la drammaturgia si arricchisce di interpolazioni e citazioni: alcune più efficaci – come quella dedicata a Joker, emblema dei tentativi fallimentari di integrazione in una società feroce – altre meno felici. La risultante è una creazione non sempre equilibrata, in bilico tra intenzioni grottesche e riflessioni dolceamare: forse lontana dalla delicatezza del precedente lavoro di Lombezzi, L’albero, ma in grado di divertire, con amara intelligenza, la platea del FringeMi.
Valeria Gail Coscia
L’UOMO PALLONCINO
scritto e diretto da Giulia Lombezzi
con Tomas Leardini
spettacolo vincitore del bando THEATRICAL MASS 2018
Contenuto scritto nell’ambito dell’osservatorio critico di FringeMI 2022