Una scena spoglia e una figura femminile di spalle che aspetta di potersi raccontare. Tre sedie ricoperte da polverosi cellophane, che aspettano di essere sollevati, uno a uno, come la patina di mistero dalle storie che la donna condividerà con noi spettatori. Ma quanto può far male guardare in faccia la verità? È in questa direzione che va La Moglie, monologo che Cinzia Spanò porta sul palco dell’Elfo Puccini, a Milano, per il secondo anno.
È il 1942 e la guerra ha privato l’Europa di umanità. Ma cosa sta accadendo nel frattempo negli Stati Uniti, nel deserto di Los Alamos? In un’atmosfera innaturale un gruppo di scienziati lavora al Progetto Manhattan: si tratta della bomba atomica, ma la segretezza è imperativa e nessuno deve sapere. Nemmeno le mogli. È invece proprio una di loro, Laura Capon Fermi, a catapultarci in quel luogo che non si trova sulle mappe e dal quale è vietato uscire. Un luogo i cui confini sono controllati dall’esercito e al cui interno le mogli vivono ogni giorno uguale all’altro, ignare persino del perché siano lì. Quando Laura ed Enrico Fermi si conoscono lui è divertito dai numeri, lei invece cita Dostoevskij come esprimesse i suoi stessi pensieri. La entusiasmano le parole di lui: l’ignoranza non è mai meglio della conoscenza. Ma l’incarico che il governo americano offre al fisico deve restarle segreto e al contempo è un’opportunità da cogliere al volo: nel 1938 le leggi razziali mettono a rischio la sicurezza di Laura, ebrea, ed Enrico, dapprima idolatrato dal governo fascista, viene ora privato di autorità. Ritirato il Premio Nobel a Stoccolma, partono direttamente verso quella che è la salvezza, certo, ma fatta di compromessi tali da renderla anche una prigione.
Laura ce lo dice subito: le parole che scegliamo di usare hanno un peso. Anche i silenzi e tutto ciò che non viene detto, però, possono averlo. E se l‘ignoranza non è mai meglio della conoscenza, per conoscere talvolta bisogna disobbedire. Per capirlo, Laura ha bisogno di incontrare l’anticonformista e ruvida Katherine, che porta scompiglio nel villaggio fantasma. Unico personaggio inventato dalla drammaturgia, si ispira alla prima donna creata e cacciata dal Paradiso, Lilith, indomita ribelle.
Ai frammenti del vissuto di Laura che si alternano sul palco si intreccia il mito di Psiche. Entrambe non possono conoscere il vero volto del proprio amore (coperto nel caso di Laura da segreto militare), né avere altro che quell’oscurità nella quale sono confinate. Salvate da colui che amano, conoscono gratitudine e prezzo di questa condizione: accettano le regole, il silenzio e la frustrazione che comporta. Ma come Psiche anche Laura avvicinerà un lume al volto dell’amato per scoprire la verità?
Una vibrante Cinzia Spanò, anche autrice, interpreta una Laura Fermi dalla voce calda e restituisce grazie a un’espressività efficace un personaggio complesso, dalle molte sfaccettature: il turbinio di incognite e tormenti emotivi vengono resi come attingendo da una tavolozza di colori. La regia di Rosario Tedesco, asciutta eppure palpabile, fa il resto insieme al comparto tecnico, dove le luci persistenti di Giuliano Almerighi e il sottofondo sonoro sottolineano con precisione ogni stato d’animo della protagonista. E il pubblico partecipa nel riconoscersi in un dramma umano che è anche presa di coscienza: la verità è necessaria per scuoterci dal torpore.
Testo vincitore del “Premio Donne e Teatro di drammaturgia femminile 2017”, La moglie della Spanò va ben oltre il discorso di genere coinvolgendoci in una riflessione che non parla soltanto alle donne né solo del passato. Coniugando attraverso più piani narrativi Storia, biografia e mito, La moglie porta sotto i riflettori una donna che non ha potuto scegliere liberamente ogni aspetto della propria vita, tanto che non si può non avvertire come universale l’eco del suo vivere: allora come oggi, il destino di uno è il destino di tutti. La voce è quella femminile, il racconto è puramente umano. Per conoscersi e conoscere.
Giulia Maria Basile
La moglie
di e con Cinzia Spanò
Visto al Teatro Elfo Puccini_Milano 6-18 febbraio 2018