10-17 febbraio_Milano

1. Trieb_l’indagine di Chiara Ameglio/Fattoria Vittadini al Teatro Elfo Puccini

Sulla linea di confine tra danza e teatro si muovono i passi di una donna. È in una stanza, sola. È il giorno di San Valentino e lei non è alla ricerca del suo amato per trascorrere momenti indimenticabili: sta facendo semmai qualcosa di diverso, anche se sempre di ricerca si tratta. Attraverso vie contorte e strette, la protagonista del lavoro di Ameglio è intenta a scovare il suo più grande nemico se stessa. Luci e ombre della natura umana irrompono con violenza nel labirinto della cruda realtà. Ispirandosi al Minotauro Dürrenmatt, Fattoria Vittadini propone un’indagine introspettiva sulla propria identità, sul proprio sentire e sul femminile. Chi lo dice che San Valentino dev’essere il giorno più zuccheroso dell’anno?

#danza #performance #sanvalentino

2. Penthy sur la bande di Renzo Martinelli a Teatro i

Grazie a una messa in scena insolita firmata da Martinelli, all’abilità di Viola Graziosi e al testo della drammaturga francese Magali Mougel, ecco rivivere il libretto d’opera Pentesilea, che Heinrich von Kleist diede alle stampe nel lontano 1808. Gli spettatori potranno tuffarsi allora nel mito della regina delle Amazzoni che, secondo lo scrittore tedesco, uccise Achille. Trampolino di lancio verso la dimensione astorica e immaginifica del mito è la tecnica dell’olofonia: grazie a delle cuffie, tutto ciò che avviene sul palco è percepito in simultanea dall’orecchio di chi guarda, annullando così ogni distanza spaziale. E le se sorprese non finiscono qui: chi si aspetta di trovare nei panni della protagonista una donna forte e sicura di sé resterà deluso. Ciò che governa Pentesilea è piuttosto  l’ossessione, tanto che starà allo spettatore scegliere se vedere in lei una marionetta, una pazza oppure la personificazione della banale follia del quotidiano.

#teatroincuffia #provadattore #classicicontemporanei

3. I will survive di Qui e Ora/Fratelli Dalla Via a Campo Teatrale

È possibile ottenere un risarcimento per i propri fallimenti così da non continuare a essere trascinati nel fiume dell’esistenza come un banale pezzo di legno? Stufe di rimanere solo “a galla” da parecchio tempo, tre donne, in attesa in un insolito ufficio pubblico, protestano e sembrano aver trovato finalmente una soluzione alle loro esistenze piuttosto provate. È una soluzione che permetterebbe loro di ottenere una vera vita, così da poter gridare “I will live”, invece che “I will survive”. Sono solo tre volti ma rispecchiano quelli di milioni di persone. Un’occasione dunque per fermarsi e riflettere, sorridendo, sulla nostra esistenza, ma soprattutto uno stimolo a trovare un campo di azione concreto nel proprio presente.

#nuovadrammaturgia #prosa #scenaironica

Ilaria Moschini