18 -24 febbraio_Milano

1. Quasi niente di Deflorian/Tagliarini a Triennale Teatro dell’Arte

Quasi niente: e infatti niente trama, niente dialogo. Quasi tutto accade allora nella testa dei protagonisti: cinque outsider della società che, abbandonati dal mondo ai loro soliloqui, si contorcono nell’angoscia di essere fuori posto in ogni luogo. Daria Deflorian e Antonio Tagliarini con la collaborazione drammaturgica di Francesco Alberici continuano lo studio e la rielaborazione concettuale di Deserto Rosso di Michelangelo Antonioni iniziata con Scavi – qui la recensione di Corrado Rovida. Le tinte purpuree e violente della pellicola si sbiadiscono così in una scena grigia, spoglia ma altrettanto intensa, mimetica del disagio esistenziale che è impossibile non condividere inconsciamente.

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2. The Money di Kaleider a Zona K

Arrivati in biglietteria vi chiederanno: “Lei è Giocatore o Testimone Silenzioso?” Sarà allora che deciderete chi essere per la vostra futura ora e mezza. Ma non preoccupatevi: nel gioco teatrale dei Kaleider nulla è irreversibile. Se vorrete essere giocatori, vi stringerete attorno a un tavolo con dei perfetti sconosciuti e, istruiti sulle regole del gioco, punterete i soldi del biglietto sperando che l’intesa tra voi, volti ignoti, funzioni. Attenzione però: quando meno ve lo aspettate anche i testimoni potranno subentrare in gara, ribaltando le carte in tavola. Un azzardo ludico-teatrale da cardiopalma. Voi mantenete la calma, anche se siete sull’orlo di un thriller: il gioco di sguardi può salvarvi!

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3. Disastri di Goretti e Aricò al Teatro della Contraddizione

“Comitragica insalata russa con continue cadute di stile”. Questo è il sottotitolo di questo lavoro firmato Riccardo Goretti e Alessandra Aricò. Una chiosa che certo non scioglie i dubbi circa un titolo già piuttosto ermetico. Del resto l’effetto che vogliono creare i due autori è proprio questo: nessuna aspettativa da parte del pubblico. A colpire gli spettatori di Disastri sarà infatti una frenesia di input, di storie sconclusionate, incoerenti, e misteriosamente comiche. Ad essere scomposti, rimescolati, ma non intaccati nella loro essenza sono  i testi del drammaturgo russo Daniil Charms – perseguitato dallo stalinismo e morto in manicomio – in tutta la loro sfacciataggine. Da segnalare, oltre a un nutrito cast (Stefano Cenci, Aldo Gentileschi, Riccardo Goretti, Elisa Lolli) la voce-cameo di Antonio Rezza.

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Micol Sala