4 – 10 novembre 2019_Milano

1. Si nota all’imbrunire di Lucia Calamaro al Teatro Franco Parenti

Un uomo anziano vive tutto solo in una piccola casa di campagna, dove un giorno riceve la visita dei suoi familiari… Detta così, potrebbe sembrare l’inizio di una fiaba russa o di qualche vecchia novella. Si tratta, invece, dell’ultimo lavoro di Lucia Calamaro, che ha deciso di esplorare quel male misterioso e inquietante che sempre più incalza la nostra società: la solitudine. L’uomo, lo sappiamo, è un animale sociale e ha bisogno degli altri per sopravvivere. Il rischio, altrimenti, è quello di finire come il protagonista della pièce, Silvio (Orlando), che vive isolato dal mondo e che si è sottratto al flusso dell’esistenza. Passa il tempo seduto, a immaginare quella realtà che vorrebbe, ma che non c’è. I figli e il fratello tenteranno di smuoverlo e, nell’intento dell’autrice, di mettere in moto insieme a lui gli spettatori, per evitare che anch’essi rimangano, diciamo così, a lato della vita.

#nuovadrammaturgia #provadattore #prosa

2. Chro no lo gi cal di Yasmine Hugonnet per Danae Festival al Teatro Out Off 

Pensare al tempo come qualcosa di elastico da tendere, flettere, sollecitare: come un muscolo di un danzatore che si piega alla volontà del coreografo continuando però a vivere di vita propria. Continua la programmazione di Danae Festival e, questa settimana, ci regala il lavoro di Yasmine Hugonnet, danzatrice e coreografa elvetica che presenta il suo Chro no lo gi cal. Un invito “danzante” a riflettere sulla nostra capacità sensoriale, perché è dalla nostra percezione, dalla nostra capacità di introiettare l’esterno e tradurlo in dimensione interiore, che dipende il nostro sguardo sul mondo. Hugonnet destabilizza lo spettatore: decostruisce il codice coreutico ma anche quello della parola (giocando con il ventriloquismo) per far emergere in tutta la sua espressività la loro relazione segreta. “Un elemento cambia, ed è un intero sistema di percezioni che si muove”: non è forse questa una definizione perfetta per descrivere anche l’arte?

#danza #international #danaefestival

3. How to destroy your dance di CollettivO CineticO per Festival Exister 2019 in DanceHaus

Quando c’è di mezzo Francesca Pennini non c’è mai da stare troppo tranquilli: chi conosce CollettivO CineticO sa che i loro lavori si muovono su un terreno perennemente in bilico tra indagine e sperimentazione. Nessuna concessione al convenzionale: Pennini e soci puntano piuttosto a meccanismi scenici complessi che ibridano danza, teatro e dispositivi ludici e dove lo spettatore è chiamato a essere parte funzionale del “procedimento” drammaturgico. Chissà allora cosa aspettarsi dalla nuova produzione di How to destroy your dance – tra gli appuntamenti novembrini del festival Exister 2019 – che fin dal titolo dichiara le sue istanze bellicose! Un “manuale per il boicottaggio di ogni decoro coreografico tra accelerazioni impossibili e slow motion estremi” che si interroga sui fattori che compongono una coreografia dall’allestimento alla sua esecuzione. Dove può spingersi un corpo performante? Quanto può durare un gesto? E come cambia la nostra percezione di spettatori di fronte a uno spettacolo che assume sempre di più i tratti di una vera e propria competizione scenica? L’occasione per scoprirlo è in DanceHaus domenica prossima.

#danza #nuovilinguaggi #exister_19

Corrado Rovida e Andrea Maletto