11 – 17 novembre 2019_Milano

1. L’abisso di Davide Enia al Piccolo Teatro Grassi

Il ritmo narrativo di Davide Enia, scrittore, regista e attore, torna ad abitare la scena milanese con L’abisso, lo spettacolo premiato dall’ultimo Premio Hystrio Twister tratto dal romanzo Appunti per un naufragio (2017). Nel passaggio da scrittura a oralità, Enia riparte proprio dal ritmo – come di consueto accompagnato dalla musica dal vivo – per restituire un racconto autobiografico e insieme reportage, intimo e attuale, siciliano, europeo e globale. Le forme della narrazione si susseguono e si sovrappongono nello scavo di un abisso che coinvolge il rapporto con il padre e, soprattutto, gli sbarchi a Lampedusa. Il tema della migrazione, sempre attuale e troppo spesso oscurato da fredde statistiche o slogan politici, è affrontato da Davide Enia senza retorica, riportato all’essenziale di un contatto umano vero, in presenza: una lingua viva per i morti.

2. Lo zoo di vetro di LeonardoLidi al Teatro Carcano

Dopo le numerose rassegne di danza e performance degli ultimi mesi, si può tornare a concedersi, senza troppi sensi di colpa, un bel classico! L’occasione ce la dà il teatro Carcano con Lo zoo di vetro di Tennessee Williams. E se già sentite puzza di stantio, non temete: non sempre i classici fanno polvere. Anzi. La produzione svizzera LuganoInScena diretta da Carmelo Rifici (LAC Lugano Arte e Cultura) affida al giovanissimo Leonardo Lidi l’adattamento e la regia di uno dei drammi famigliari più celebri del teatro moderno. Un compito non da poco, soprattutto dopo la rilettura di Arturo Cirillo del 2014, ma la giovane promessa della regia italiana – anche attore di quella fucina teatrale che fu Santa Estasi di Latella – sembra non temere le sfide: nella sua versione i protagonisti di Williams si trasformano in una colorata famiglia di clown. Il premio come regista under-30 alla Biennale di Venezia 2017 fa ben sperare, ma a promettere bene è anche il giovane cast svizzero-italiano che vede oltre a Mario Pirrello e ai due Proxima Res Tindaro Granata e Mariangela Granelli, un’altra giovane attrice da tenere d’occhio, Anahì Traversi.

3. Saul di Giovanni Ortoleva al Teatro i

Anche Giovanni Ortoleva rappresenta una delle nuove leve del nostro teatro: fuorisciuto da Biennale College 2018 con una menzione speciale tra i registi under30, approda a Teatro i con una libera rilettura del Saul, quello dell’Antico Testamento ma anche quello di André Gide. Un’operazione ambiziosa che fa del primo re d’Israele una rockstar in declino, gelosa e incapace di accettare il tempo che passa, e il suo declino di reggente. Assistito dal drammaturgo Riccardo Favaro, Ortoleva interroga il fallimento generazionale e l’illusione del successo chiamando in causa le forme e i linguaggi della società dell’immagine. La nuova stagione di Teatro i si conferma attenta alla drammaturgia contemporanea e ai nuovi volti del teatro italiano ed europeo.

Riccardo Corcione