18 – 24 novembre 2019_Milano

1. I’m a woman. Do you hear me? di Camelia Ghazali al Piccolo Teatro Studio Melato

«Mi ascolti?» Ascoltare una voce significa riconoscere un altro soggetto, attribuirgli diritti e dignità per incominciare una conversazione alla pari. Non è una cosa scontata se pensiamo al dibattito sul genere e alle proteste di ispirazione femminista che negli ultimi anni hanno ripreso vigore, dall’hashtag #metoo fino alle battaglie di Non Una Di Meno. Non è scontata in Europa e non lo è in un paese come l’Iran, teatro di oppressioni e violazioni di diritti, spesso sotto la scure dell’estremismo religioso. È allora proprio da questa semplice e potente richiesta che prende le mosse l’ultimo lavoro del Praxis Theater Group, fondato a Teheran dalla giovane regista Camelia Ghazali e dal drammaturgo Toomaj Daneshbehzadi. Per questa forte vocazione politica e sociale, al Piccolo ci aspettiamo uno spettacolo ricco di emozioni e di domande che facciano saltare in aria sciocchi pregiudizi di genere troppo duri a morire. Insomma, un po’ di praxis non fa mai male…

#international #sguardisulpresente #rights

2. Proximo di Claudio Tolcachir al Teatro Franco Parenti per Zona K

Chi si rivede! Dopo le collaborazioni con la Biennale Teatro 2012 e con il Napoli Teatro Festival 2015, ma soprattutto dopo il successo della sua Emilia al Teatro di Roma (2017) coronato dal premio Ubu a Giulia Lazzarini, torna in Italia Claudio Tolcachir. Tra i grandi protagonisti della rinascita del teatro argentino, il drammaturgo-regista e la sua compagnia Timbre4 portano sulla scena milanese l’illusione della vicinanza nei “rapporti social” e il tentativo amoroso di romperne l’effettiva e reale distanza. Nell’era dell’arcinota “società liquida” di Bauman, pare ci siano casi in cui l’amore non si ritrae impaurito, ma tenta di esplorare nuove, imprevedibili strade di intimità. Con Proximo il teatro giovane e dinamico di Tolcachir approda a Milano grazie a una sinergia già rodata fra Zona K e Franco Parenti e all’intersezione dei rispettivi focus stagionali, “Technologies” e “Argentina”.

#regiadautore #nuovadrammaturgia #social

3. Tradimenti di Michele Sinisi al Teatro Fontana

Un Sinisi non si rifiuta mai, verrebbe da dire. Perché il suo teatro è divertente, intelligente e per tutti. Se poi si aggiunge una delle drammaturgie più celebri del teatro recente e il clima ospitale del teatro Fontana, il quadro è completo. Se da un lato Michele Sinisi torna a rileggere per la scena un grande classico della tradizione teatrale, dopo i begli esperimenti, tra gli altri, di Amleto, Miseria e Nobiltà, Sei personaggi in cerca d’autore, dall’altro siamo curiosi di scoprire come affronterà una penna quasi contemporanea come il Pinter di Tradimenti, con i suoi mille non detti e la sua storia d’amore a ritroso. Sì, perché il regista e attore pugliese con il tempo è ormai riconosciuto quale sapiente interprete di grandi classici: le sue riletture, mai banali riprese, sono vere e proprie “riappropriazioni”, dialoghi nel qui e ora, a cui partecipano tutte le dimensioni del teatro odierno. No, un Sinisi non si rifiuta mai.

#classicicontemporanei #provadattore #prosa

Riccardo Corcione