22-28 febbraio 2016_Milano

 1. 7 minuti di Stefano Massini, regia di Alessandro Gassmann al Piccolo Teatro Strehler

Dopo il clamoroso successo di Lehman Trilogy riecco Massini alle prese con la cronaca. Non più potenti banchieri sull’orlo della crisi, ma coloro che la crisi e l’economia globalizzante la subiscono per davvero. Undici lavoratrici di un’azienda tessile di Yssingeaux sono chiamate a ragionare su quello che sembra un particolare trascurabile: sette minuti decurtati dalla pausa pranzo diventano l’occasione per una riflessione più ampia. Ottavia Piccolo e Alessandro Gassmann riportano all’attenzione del pubblico quei temi che l’opinione pubblica ritiene – erroneamente – appannaggio dei sindacati ma che in realtà ci appartengono e la dicono lunga sul nostro modo di vivere. Lavoro, etica, libertà e diritti. In una parola: essere umano.

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2. Edipus di Giovanni Testori, regia Leo Muscato al Teatro Filodrammatici

“L’Italiacano” ovvero come mettere insieme inglese, francese e dialetto lombardo (e chi più ne ha più ne metta…) in una sola lingua. Ci pensò Testori, maestro di espressività, nella sua prima trilogia teatrale, quella degli Scarrozzanti, che debuttò con l’Ambleto nel lontano 1973 al Salone Pier Lombardo. Oggi Leo Muscato e Eugenio Allegri, di quel trittico, riprendono il capitolo finale dedicato al mito di Edipo. Un monologo che è insieme rilettura del classico (sofocleo), riflessione sul rapporto uomo-potere e intensa performance attorale.

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3. Scusate se non siamo morti in mare di Emanuele Aldrovandi, regia Pablo Solari al Teatro della Cooperativa

Nei giorni in cui trionfa a Berlino Fuocoammare di Gianfranco Rosi, ecco che Emanuele Aldrovandi approda a Milano con un testo di grande attualità. E approdare non è cosa scontata, visti i tempi. Ce lo ricorda questo spettacolo, il cui titolo prende spunto proprio da un cartello-provocazione mostrato a Lampedusa da alcuni migranti e che racconta di un futuro distopico (nemmeno troppo lontano) dove a espatriare sarà proprio la cara vecchia Europa, schiacciata sotto il peso della crisi economica. Già finalista del premio Tondelli e di quello Scenario 2015, la nuova produzione MaMiMò (che avevamo lasciato a novembre al Filodrammatici con Homicide House) è uno sguardo partecipato sul vivere clandestino.

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A cura di Corrado Rovida