14-20 marzo 2016_Milano
1. Giulio Cesare. Pezzi staccati di Socìetas Raffaello Sanzio a Crt Teatro dell’Arte
Alla vigilia del quattrocentesimo anniversario della morte di Shakespeare, il Salone d’Onore della Triennale di Milano ospita la versione “a pezzi” di uno degli spettacoli culto della Socìetas Raffaello Sanzio datato 1997. La tragedia del bardo si è rivelata in questi anni una delle più affini alla contemporaneità; vuoi per la crisi in atto, oggi come allora, dell’ideale politico, vuoi per il sistematico impiego della parola come mistificazione del vero. E proprio l’ars oratoria – o meglio la sua origine fonica – è al centro dei due frammenti scelti per l’occasione da Romeo Castellucci: il primo “…vskij” è un percorso anatomico che, in una sorta di zoom, mostra l’origine fisica del fonema, le corde vocali. A seguire, il discorso di Marco Antonio per la morte di Cesare diventa sfoggio di un’arte politica ambigua, veicolata da parole indebolite tanto nel suono quanto nel significato.
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2. Ti regalo la mia morte, Veronika di Antonio Latella al Teatro Elfo Puccini
Si snoda tra i binari di cinema e teatro l’ultimo lavoro di Antonio Latella, uno dei registi più radicali e apprezzati del momento. Lo spettacolo si ispira al penultimo film di Rainer Werner Fassbinder, Veronika Voss. A dar voce all’attrice decaduta – ispirata alla realmente vissuta Sybille Schmitz – ex icona della Germania nazista e schiava della dipendenza da oppiacei è Monica Piseddu, già premio Ubu 2015. La costruzione in mise en abyme, scritta a quattro mani con Federico Bellini, è un omaggio all’autore tedesco (già scelto dal regista campano in Le lacrime amare di Petra von Kant) e insieme uno dei lavori in cui Latella esprime con maggior disinvoltura il suo, a volte difficile, sperimentalismo.
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3. Mouvma! Nous, qu’avons encore 25 ans di Corps Citoyen al Teatro Litta
È il 2011, le sommosse popolari in Tunisia danno il via a quella che oggi conosciamo come la Primavera araba. Una svolta epocale i cui contraccolpi politici e sociali sono quantomai attuali. Lo spettacolo, debutto del collettivo tunisino-milanese Corps Citoyen in coproduzione con Apache e Manifatture Teatrali Milanesi, nasce da una necessità di azione. Mouvma, termine che viene dal dialetto tunisino, significa infatti “movimento” inteso in senso performativo, ma anche rivoluzionario. Tre attori tunisini in scena, alternando la lingua madre al francese, rivendicano la necessità di un’azione politica che passi attraverso la ricerca teatrale.
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A cura di Camilla Lietti